Ancora ISO 45001 | ISL – Soluzioni tecniche per la sicurezza

Ho provato a scrivere un testo su come progettare un SGSL secondo ISO 45001 senza ricadere nella “dittatura del requisito”, ovvero descrivendo un percorso logico che possa essere di reale supporto per le imprese e i professionisti che hanno intenzione di intraprenderlo. Naturalmente uno degli obiettivi è quello di rispettare i requisiti che permettono la certificazione, ma è stato fatto uno sforzo per concentrarsi sugli strumenti per raggiungere questo traguardo.

L’esposizione principale è affiancata da due approfondimenti specifici: Il primo affronta un tema presente nello standard, che ha la potenzialità di costituire un importante opportunità di sviluppo: ISO 45001 supera il paradigma dei sistemi organizzativi cui ci si riferisce di solito per rappresentare le organizzazioni, attirando l’attenzione sugli aspetti sociali e comunitari di questi gruppi di individui che si incontrano in un sistema strutturato per il raggiungimento di un obiettivo comune. Il secondo tratta del sistema di gestione come strumento per la prevenzione dei reati contro la salute e la sicurezza, secondo i criteri della responsabilità amministrativa degli enti, così come definita dal Decreto Legislativo 231 del 2001.

Leggi Costruire e applicare il sistema ISO 45001 sul supplemento 2/2022 Soluzioni tecniche per la sicurezza di Igiene e Sicurezza sul Lavoro

Episodio 9 – I nerd della sicurezza | Il rischio è il mio mestiere

Per molti, la gestione della sicurezza è questione di norme: esiste un sistema di regole che è dato, sono le leggi che si occupano di proteggere i lavoratori, e i problemi sono principalmente provocati dalle violazioni. Basta ricondurre i comportamenti all’interno della legge e il problema è risolto.

In realtà, però, le cose non stanno così. Il modo in cui le regole vengono rispettate o violate, si dice, è un problema di cultura della sicurezza.

Ogni tanto mi piace definirmi un nerd della sicurezza: uno di quei personaggi che si trovano irresistibilmente attratti dai congegni e dai contenuti tecnici. Effettivamente, negli anni delle scuole superiori, con la mia classe all’intervallo uscivamo dalla scuola per andare a vedere i meccanici lavorare in una vicina officina di motociclette. Sotto questo punto di vista, occuparsi di sicurezza è molto appagante: esistono rischi “tecnici” di ogni tipo, devi capire come funzionano i macchinari, come reagiscono le sostanze pericolose. Si lavora con ogni sorta di strumento di misura, dai fonometri alle pompe per il campionamento.

Purtroppo, però tutto questo non è sufficiente: la presenza dell’elemento umano nei processi fa scardinare tutto il meccanismo. E non è sufficiente che chi si occupa di sicurezza impari ad utilizzare nuovi strumenti, ma bisogna cambiare proprio il modo di guardare alle cose.

Puoi ascoltare l’episodio 9 del podcast “Il pericolo è il mio mestiere” su Spotify.

La persona giusta al posto giusto | HSE Manager Wolters Kluwer

La scelta del responsabile della funzione aziendale che si occupa di salute e sicurezza, RSPP o HSE manager, se si preferisce, ha una grande importanza sulla percezione dell’importanza di questo tema in azienda.

Per rendere chiaro a tutti la posizione di questo manager e il valore di quello che è chiamato a fare, è opportuno prestare attenzione a non diffondere, neanche inavvertitamente, messaggi informali che posano sminuire la sua posizione nei confronti degli altri dirigenti.

Leggi il post Una strategia di comunicazione: la persona giusta al posto giusto sulla pagina di HSE Manager di Wolters Kluwer su LinkedIn.

Quanto è importante la segnaletica temporanea nei cantieri stradali? | Teknoring

L’apparato che il nostro Paese ha predisposto per la gestione dei lavori che si svolgono sulle piattaforme stradali è molto chiaro e di semplice applicazione. Il Decreto Legislativo 30 aprile 1992 n. 285 “Nuovo Codice della Strada” definisce gli indirizzi della tutela: secondo l’articolo 21 tutti i lavori che devono essere eseguiti sulle strade e sulle loro pertinenze devono essere autorizzati dal proprietario o dal concessionario della strada. Nell’ambito di quanto viene autorizzato, l’impresa esecutrice è responsabile per l’adozione e il mantenimento in perfetta efficienza, sia di giorno che di notte, di tutti gli accorgimenti necessari per la sicurezza e la fluidità della circolazione.

Nai cantieri stradali che ricadono nel campo di applicazione del Titolo IV del Testo unico per la sicurezza, le modalità per “recinzioni, accessi e segnalazioni”, nonché le prescrizioni relativi ai lavori stradali e autostradali, con l’obiettivo di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori nei confronti dei rischi derivanti dal traffico, devono essere inserite nel Piano di sicurezza e coordinamento, e il rispetto di queste prescrizioni verificato dal coordinatore per l’esecuzione.

Puoi leggere l’articolo completo Quanto è importante la segnaletica temporanea nei cantieri stradali? su Teknoring.

Smartworking: casa mia è un ambiente di lavoro? | Teknoring

Uno dei grandi equivoci in cui ci si è imbattuti è quello relativo alle controllo dell’abitazione/ambiente di lavoro. È richiesto, o anche solo legittimo, che un datore di lavoro si preoccupi delle condizioni abitative, sotto il profilo della salute e della sicurezza? La norma dice di no.

Il comma 10 dell’articolo 3 del Decreto Legislativo 81 stabilisce la responsabilità, per il datore di lavoro, di garantire misure allo scopo di evitare l’isolamento del lavoratore a distanza, rispetto agli altri lavoratori dell’azienda. Lascia un po’ perplessi il metodo indicato: “permettendogli di incontrarsi con i colleghi”: un modo vago e poco chiaro di dare indicazioni. La questione dell’isolamento sociale del lavoratore in smartworking, però, può diventare effettivamente rilevante. Un fenomeno non abbastanza approfondito, che – per senso comune – dovrebbe affliggere soprattutto coloro che non hanno una vita sociale al di fuori del lavoro: condizione apparentemente molto diffusa che può essere drasticamente amplificata da questo modo di erogare la prestazione lavorativa.

Leggi l’articolo Lavorare in smart working in sicurezza: la casa come luogo di lavoro? su Teknoring.

ESG chiama RSPP | Ambiente & Sicurezza

scritto assieme a Rita Somma, consulente H&S, sociologa del lavoro, e consigliere nazionale di Aifos

Molto spesso, tranne che nelle aziende più diligenti, i datori di lavoro e i dirigenti “abbandonano” al RSPP il presidio della gestione della sicurezza, informandolo poco sullo svolgimento dei processi che presidiano. Le conseguenze sono di fronte agli occhi di chi vuole vedere. La sicurezza diventa un ramo autoreferenziale dell’organizzazione , con l’obiettivo di una compliance che resta tutta sulla carta.

Eppure, quello del responsabile del servizio prevenzione protezione è un ruolo e interessante, anche se la norma lo sintetizza in soli sei punti. Miriade di potenziali fattori toccano trasversalmente competenze specialistiche di molteplici discipline: da quelle giuridiche a quelle tecniche a quelle umanistiche. E così nasce questa figura diventa per necessità un po’ giurista, un po’ ingegnere, ma anche biologo, sociologo, chimico, ergonomo, psicologo, esperto di sicurezza macchine e di organizzazione del lavoro e chi più ne ha più ne metta. Un RSPP deve saper anche leggere uno statuto, una delibera, la documentazione tecnica, autorizzativa e certificativa, nonché conoscere come funziona la struttura organizzativa e gerarchica, sapersi relazionare con molteplici soggetti, compresi gli organi ispettivi e molto altro.

Leggi l’articolo ESG chiama RSPP sul numero 10/22 di Ambiente & Sicurezza.

Intelligenza Artificiale per la gestione del personale, implicazioni sulla SSL e misure di prevenzione

Una recente ricerca di OSHA-EU, l’agenzia per la salute e la sicurezza sul lavoro dell’Unione Europea, ha voluto fare il punto su questa nuova tecnologia emergente con il rapporto Artificial intelligence for worker management: implications for occupational safety and health (Intelligenza Artificiale per la gestione dei lavoratori: implicazioni per la salute e la sicurezza sul lavoro). Si tratta di un lavoro che, più che illustrare soluzioni tecniche con tecnologie IA sviluppate per la tutela dei lavoratori, intende analizzare i potenziali rischi che l’adozione di queste tecnologie possono arrecare ad essi. La relazione descrive una galleria degli orrori che fa pensare che i grandi innovatori di Silicon Valley siano in realtà rimasti ai tempi del taylorismo, la teoria del management formulata da Frederick Taylor nella sua monografia dal titolo L’organizzazione scientifica del lavoro, pubblicata nel 1911.

Per fortuna, lungo il secolo abbondante che ci separa da questa visione distopica, si sono sviluppate alcune riflessioni culturali che sono le vere grandi conquiste della nostra epoca. Il progresso tecnologico non deve fare dimenticare che, nel nostro paese, è vietato l’uso di apparecchiature che abbiano come scopo il controllo a distanza dell’attività dei lavoratori. Come le soluzioni tecnologiche che seguono questi concetti retrogradi, per quanto AI, monitorando il comportamento del lavoratore, quanto ci mette per svolgere una operazione, il tempo che impiega in bagno o l’intervallo tra un tocco di un tasto sulla tastiera e il successivo. La legge ammette impianti o apparecchiature di controllo che sono richieste da esigenze organizzative, produttive o di sicurezza del lavoro, che consentano anche il controllo a distanza del lavoratore, solo previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali o autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro.

Puoi scaricare lo speciale Intelligenza Artificiale per la gestione del personale, implicazioni sulla SSL e misure di prevenzione a questo link.

La tutela dei lavoratori all’estero | ISL

In questo inserto contenuto nel numero 10/2022 viene affrontato il tema della tutela dei lavoratori italiani all’estero con un contributo dell’avvocato Fabrizio Salmi e dell’avvocato Federico Saporiti.

Per molte organizzazioni, l’esternalizzazione è uno sbocco necessario per sviluppare l’azienda: mercati che hanno tassi di sviluppo maggiori del nostro promettono anche maggiori opportunità. Nel mondo ci sono molti spazi per imprenditori che abbiano soluzioni tecnologiche che fanno la differenza, assieme a dinamismo e visione. La globalizzazione, però, non si ferma alle produzioni a basso costo, ai telefonini e a internet: le organizzazioni internazionali della politica e della finanza, cercano di compensare il pericolo del dumping sociale, il mancato rispetto delle leggi in materia di sicurezza, diritti del lavoratore e tutela ambientale, che consente a un’impresa di ridurre i costi di produzione e quindi di vendere le proprie merci a prezzi molto più bassi di quelli di mercato, creando meccanismi che innalzino la soglia di attenzione verso questi temi, e l’ESG è uno di questi. Sotto questo aspetto, la banalizzazione dei viaggi in aereo, che consentono di raggiungere con relativa facilità, mete che solo l’altro ieri erano difficilmente accessibili, nasconde il pericolo di un approccio altrettanto banale ai temi della protezione dei lavoratori, locali come espatriati.

Ma i temi della protezione del lavoratore sono intrecciati a quelli dell’organizzazione e della produzione, in un modo da rendere molto difficile che, trattare superficialmente uno di questi, non si ripercuota negativamente sugli altri. La corretta organizzazione di una missione all’estero, di una permanenza più o meno lunga di un lavoratore o un gruppo, prima di una questione di sicurezza personale è una questione di organizzazione e di produzione. È difficile che possa essere affrontata con leggerezza, senza che il risultato dell’investimento stesso ne debba risentire.

Cos’è un comitato per la sicurezza e a cosa serve

Non essendoci requisiti normativi, il comitato per la sicurezza può essere costituito liberamente là dove può essere utile, senza intralci burocratici che ne irrigidiscano il funzionamento. Questo significa che è consigliabile che l’organizzazione che decide di creare un comitato per la sicurezza, ragioni approfonditamente sugli usi per i quali se ne può avvalere.

Gli obiettivi di questo organismo, naturalmente, influiranno sulla sua composizione e sulle regole per la sua gestione. Di minima, un comitato per la sicurezza può diventare un’occasione in cui le varie parti dell’azienda si possono parlare specificamente di sicurezza.

Clicca per scaricare lo speciale Cos’è un Comitato per la sicurezza e a cosa serve?

L’articolo 2087 del Codice civile | HSE Manager Wolters Kluwer

Prepotenza, volontà di controllo assiduo dei collaboratori, ricorso obbligatorio allo straordinario – pagato o meno – sono una patologia degli ambienti di lavoro che influisce negativamente sul rendimento dei lavoratori e sulla sostenibilità nel tempo dell’organizzazione.

Leggi il post L’articolo 2087 del Codice civile sulla pagina di HSE Manager di Wolters Kluwer su LinkedIn.