Sono un motociclista e mi occupo di sicurezza. Sono in contraddizione? Amo vivere, e guidare con prudenza mi permette alla sera di tornare a casa, per potere vivere, e guidare, anche domani.
Leggete cosa scrive Nico Cereghini, ex pilota e, ora, giornalista. Una persona che ha fatto di più di un governo per l’educazione stradale. Quand’ero ragazzo non mi perdevo una delle sue prove delle moto che sognavo, su Gran Prix, che lui chiudeva immancabilmente con queste parole: casco bene allacciato in testa, luci accese anche di giorno, e prudenza. Sempre.
Ecco, le discussioni. Questo è il punto che mi preme. Io trovo che tutte le posizioni siano legittime, non pretendo di avere la verità in tasca, su tutto sono pronto a discutere. Quello che mi dà veramente noia è la leggerezza con la quale alcuni portano avanti lo stereotipo del pilota duro, forte, temerario, sprezzante del pericolo come “deve” essere un vero eroe. Sono quelli che seguitano a dipingere le corse di moto e di auto come una corrida, il rischio come l’ingrediente principale, ineluttabile e necessario. Io dico: la pensate così? Bene, liberissimi anche di dirlo. Ma non fate finta di ignorare che questa tesi ha delle pesanti conseguenze.
Nico Cereghini: “Mi avete rotto con il pilota-eroe” – MotoGP – Moto.it
Ecco, pensate sempre alle conseguenze di quello che fate. Quando vi divertite così come quando lavorate. Meglio perdere un attimo di vita che la vita in un attimo.
Nella foto, il vostro HSE manager preferito in pista con la sua Ducati 748.