Le imprese di costruzioni italiane si stanno sempre più orientando verso il mercato delle infrastrutture all’estero: per alcuni questo mercato è servito a dare continuità e sviluppo ad un settore che continua a risentire in Italia di una profonda crisi ormai decennale.
Sotto la denominazione Estero, però, si possono trovare scenari profondamente differenti tra di loro; situazioni che richiedono un approccio ragionato, organizzazione e pianificazione.
Ad esempio, i paesi del G8 sono praticamente tutti dotati della loro specifica normativa di settore, che viene tenuta in alta considerazione e fatta rispettare anche con misure draconiane. Le imprese italiane che intendono approcciare questi paesi devono essere in possesso di una organizzazione e di competenze tecnologiche molto ben sviluppate e, comunque, in concreto non possono fare a meno di adottare pratiche, management e finanche maestranze locali. Non è un caso che i principali player italiani del settore, ad esempio, abbiano acquisito imprese nordamericane o costituito importanti branch locali in queste aree.
Allargando la prospettiva al resto del mondo ci si può imbattere in scenari molto differenti tra di loro: alcuni paesi hanno sviluppato condizioni paragonabili al nord America o al nord Europa. Sono stati che hanno sviluppato una forte sensibilità ambientale e di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, con una conseguente regolamentazione strutturata e fatta rispettare.
Leggi l’articolo sul numero 2/2018 di Ambiente e Sicurezza