Quanto è importante la segnaletica temporanea nei cantieri stradali? | Teknoring

L’apparato che il nostro Paese ha predisposto per la gestione dei lavori che si svolgono sulle piattaforme stradali è molto chiaro e di semplice applicazione. Il Decreto Legislativo 30 aprile 1992 n. 285 “Nuovo Codice della Strada” definisce gli indirizzi della tutela: secondo l’articolo 21 tutti i lavori che devono essere eseguiti sulle strade e sulle loro pertinenze devono essere autorizzati dal proprietario o dal concessionario della strada. Nell’ambito di quanto viene autorizzato, l’impresa esecutrice è responsabile per l’adozione e il mantenimento in perfetta efficienza, sia di giorno che di notte, di tutti gli accorgimenti necessari per la sicurezza e la fluidità della circolazione.

Nai cantieri stradali che ricadono nel campo di applicazione del Titolo IV del Testo unico per la sicurezza, le modalità per “recinzioni, accessi e segnalazioni”, nonché le prescrizioni relativi ai lavori stradali e autostradali, con l’obiettivo di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori nei confronti dei rischi derivanti dal traffico, devono essere inserite nel Piano di sicurezza e coordinamento, e il rispetto di queste prescrizioni verificato dal coordinatore per l’esecuzione.

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Imprese affidatarie ma non esecutrici: come funziona il Titolo IV? | Teknoring

Nel mondo estremamente frammentato dell’edilizia italiana, può accadere che il committente si trovi ad avere affidato i lavori ad una organizzazione che, a questo punto, diventa l’impresa affidataria, senza che però questa abbia l’intenzione di eseguire alcuna attività produttiva in cantiere, avendo deciso di affidarsi completamente al subappalto. Come deve essere gestita questa condizione? In che modo si declinano gli obblighi e le responsabilità che il Testo unico per la sicurezza prevede, in queste circostanze?

In qualsiasi modo la si voglia porre, una impresa affidataria non può essere solo una scatola vuota, con l’unica funzionalità di ufficio acquisti, per selezionare i subappaltatori che si occuperanno di eseguire l’opera. La norma, infatti, mette in carico al datore di lavoro di essa una serie di incombenze, delle quali solo alcune possono essere svolte senza mettere piede in cantiere. L’articolo 97 del Titolo IV richiede la presenza di dirigenti e preposti, che debbono essere adeguatamente formati (comma 3-ter), per potere gestire adeguatamente le incombenze dei commi 1, 2 e 3.

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Stress termico e gerarchia dei controlli: come gestire il lavoro in condizioni climatiche estreme? | Teknoring

La gerarchia dei controlli, in originale hierarchy of controls, è un concetto dovuto al National Safety Council, una organizzazione no-profit e non governativa, fondata nel 1913 da un gruppo di industriali e tecnici nordamericani, con l’obiettivo di promuovere la sicurezza della vita umana nelle industrie degli Stati Uniti. Questo modello è noto attraverso la rappresentazione grafica che ne ha dato NIOSH, il National Institute for Occupational Safety and Health, l’agenzia federale statunitense che ha come scopo la ricerca e la definizione di buone prassi per la protezione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali: la famosa piramide rovesciata suddivisa in quattro strisce.

La hierarchy of controls è il fondamento del concetto di prevention through design, la prevenzione attraverso la progettazione. Quando questo strumento fu definito, si rivolgeva ad un ambito esclusivamente tecnico, ed è solo grazie al fatto che riguarda principi astratti, slegati da qualsiasi contingenza specialistica, che mantiene la sua validità anche oggi. Si tratta infatti di un sistema può essere applicato a qualsiasi tipo di rischio, sia infortunistico che strategico, e si presta tranquillamente a gestire il pericolo collegato ai lavori all’aperto dove i lavoratori sono esposti alle alte temperature tipiche di questa estate, resa torrida dal cambiamento climatico.

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L’organizzazione fa la sicurezza: ruoli e figure chiave | Speciale One HSE

L’aspetto organizzativo della sicurezza sul lavoro è sempre più rilevante. Sapere chi deve fare cosa ed assegnare correttamente i compiti e le responsabilità è una questione fondamentale per ogni azienda strutturata un minimo. Una azienda diligente stabilisce gli obiettivi di protezione dei propri collaboratori, individua le risorse che intende destinare a questo scopo, definisce i ruoli e assegna le responsabilità per la gestione di queste risorse.

Le prestazioni della sicurezza di un’azienda sono fortemente condizionate dall’organizzazione, che deve essere intesa sia come la gestione in maniera trasparente delle informazioni riguardo ai ruoli e alle responsabilità, ma anche come l’inserimento di persone con competenze adeguate ai compiti assegnati. Sì, perché gli obiettivi di tutela delle persone possono essere raggiunti solo se nell’organizzazione operano persone che rispettano le regole e svolgono la mansione assegnata con professionalità.

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Episodio 8 – le gallerie | Il rischio è il mio mestiere

La prima volta che sono entrato in un tunnel per lavoro è stato tanti anni fa. L’azienda per cui lavoravo stava scavando una galleria idraulica in Calabria. Il tunnel era scavato in una roccia che credo fosse granodiorite: un minerale in cui la massa scura è lumeggiata da intrusioni di cristalli di plagioclasio e di quarzo. Sotto la luce artificiale, le pareti della caverna scintillavano come nella miniera dei sette nani.

Poi sono passato a lavorare alle prime gallerie della variante autostradale di valico: grandi tunnel che andavano oltre i tredici metri di diametro, che però facevano molta più paura. L’ammasso in cui venivano scavati non aveva la stessa nobiltà di quello del piccolo tunnel in Calabria, ma era poco più di fango scuro consolidato. La galleria era un buco nero, che assorbiva tutta la luce delle fotoelettriche e si lavorava sempre nella melma fino alle caviglie. Le scarse caratteristiche meccaniche del materiale attraversato rendevano poi necessario adottare tecniche estremamente cautelative nei lavori. Pensateci anche voi: scavare un buco nel fango è molto diverso che farlo nel granito. E diverso, quando ci devi mettere degli uomini dentro, significa pericoloso. Molto.

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Episodio 7 – I sollevamenti | Il rischio è il mio mestiere

I sollevamenti sono tra le operazioni più comuni in cantiere. Non ci sono solo le gru, ma anche le autogrù, i muletti, i sollevatori telescopici. Si solleva per scaricare il camion che porta le attrezzature o i materiali, per issarli ai piani o per calarli negli scavi. Le operazioni con le gru attirano sempre gli sguardi: anche chi passeggia per strada e vede una gru di un cantiere alzare qualcosa, si ferma per guardare volare nell’aria un cassone, un gruppo elettrogeno. Spesso con la bocca aperta per la meraviglia, come un bambino.

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Episodio 6 – Alle origini del PNRR: dai concetti alla pratica della sostenibilità | Il rischio è il mio mestiere

La costruzione di una grande opera infrastrutturale implica che una valanga di denaro si riverserà sul territorio in cui si svilupperanno i cantieri. Tanto andrà alle grandi imprese esecutrici, che hanno sede magari in un’altra nazione. Ma tanti soldi verranno distribuiti nelle aree dei lavori: gli operai e i tecnici non solo devono essere ospitati e sfamati, ma cercheranno anche di replicare una certa vita sociale, incontrandosi dopo il lavoro, passando il loro tempo assieme. E spendendo denaro.

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Episodio 5 – Vita da consulente | Il rischio è il mio mestiere

Faccio il consulente da qualche anno, dopo averne lavorati oltre venti in grandi aziende: imprese di costruzioni e società di ingegneria. Il mio lavoro è quello di aiutare le imprese che vogliono migliorare le loro prestazioni nella qualità, salute e sicurezza, ambiente e sostenibilità, ovunque esse siano.

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RSPP e coordinatore della sicurezza: quali aspetti regolano il loro rapporto? | Teknoring

Il Titolo I del D.Lgs. 81/2008 stabilisce i criteri per l’organizzazione delle aziende sotto il profilo della sicurezza. Sappiamo tutti che alla struttura gerarchica viene affiancato un ruolo, il Servizio Prevenzione e Protezione, che non dipende da questa, ma è inteso fornirle un aiuto professionale e specializzato a supporto delle scelte di politica, organizzazione e tecniche, che possono avere ripercussioni sulla tutela dei lavoratori. Il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, di cui la legge stabilisce le competenze e le capacità professionali, non dirige il servizio, e questo proprio a ribadire la sua distanza dalle decisioni aziendali, ma lo coordina (art. 2 c. 1 lett. f), su designazione del datore di lavoro. Occorre dire che, nella pratica professionale corrente, il RSPP è diventata una figura dotata del suo rilevante carico di operatività: in realtà non si limita ad osservare l’azione sviluppata dalle figure della linea, sollevando una bandierina come il guardalinee quando vede un fallo, ma può essere chiamato dalla propria organizzazione a presidiare a vario titolo i processi impegnativi del sistema.

Nei progetti edili è possibile che questi ruoli possano interagire a vario titolo. Ci sono due condizioni che configurano quattro diversi aspetti del rapporto tra RSPP e coordinatori: i cantieri di edilizia ordinari e quelli che si sviluppano all’interno di stabilimenti produttivi.

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Lezioni pratiche di sicurezza in cantiere | ISL

La predisposizione di un sistema efficace per la protezione dei lavoratori non può prescindere dalla definizione di situazioni in cui è necessario produrre delle registrazioni. Che queste, poi, siano cartacee, può essere anche visto come un sintomo dell’arretratezza che si sconta tutti i giorni in cantiere. La rivoluzione tecnologica che ci ha dato i dispositivi portatili come palmari e cellulari ha da tempo messo a disposizione alle organizzazioni modalità più efficaci di quelle dei “pizzini” per gestire le informazioni: esistono soluzioni industriali consolidate, già disponibili ed espressamente studiate per migliorare la produttività delle organizzazioni che le adottano. La chat di WhatsApp di cantiere non è una soluzione granché brillante, adatta giusto a quelle imprese che possono vantare un organico di 2,6 addetti (organico medio delle imprese italiane di costruzioni, secondo ANCE, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili).

Una registrazione può essere definita come il supporto fisico o informatico di una informazione. In un sistema produttivo la necessità di eseguire registrazioni deve essere giustificata, perché altrimenti è uno spreco di risorse. Tra i motivi per i quali è opportuno compiere registrazioni:

  • un requisito legale;
  • la necessità o l’opportunità di volere esaminare il contenuto delle registrazioni in un secondo tempo, per analizzare le attività cui queste si riferiscono, in maniera singola o aggregata.

Una registrazione, poi, può essere uno strumento di una strategia più elaborata, che integra uno o entrambi i motivi elencati sopra in un processo finalizzato a fornire istruzioni passo-passo alla persona che esegue la registrazione. È il caso, ad esempio, delle check-list, che forniscono alla persona che la compila sia il supporto che le informazioni base per fare le scelte che dovrà registrare. In questo caso, la registrazione è un veicolo per l’informazione che va nei due sensi: non solo dalla persona che la compila verso l’organizzazione, ma anche da questa in direzione del compilatore.

Leggi tutto l’articolo sul numero 8-9/2021 di Igiene & Sicurezza del Lavoro