Note sulla Lieferkettengesetz, la nuova legge sulla filiera tedesca | ISL

È facile prevedere che la Lieferkettengesetz avrà un impatto rilevante anche sugli operatori economici italiani. Le nostre aziende hanno una presenza significativa in diversi settori industriali in Germania e forniscono componenti e prodotti di alta qualità per molte grandi aziende tedesche in vari settori. In Germania, molte grandi organizzazioni sono approvvigionate da aziende italiane che operano in vari settori industriali. In particolare, queste fanno parte della catena degli approvvigionamenti in settori come l’automotive, l’industria dei macchinari, l’alimentare e l’elettronica.

Che questa nuova legge tedesca possa impattare sulle industrie italiane è un dato certo. È meno sicuro sbilanciarsi sull’entità dei cambiamenti che potrà mettere in moto. La Lieferkettengesetz ha suscitato un vivace dibattito pubblico in Germania, soprattutto nel mondo economico e politico, con posizioni contrastanti e molte critiche da parte di alcuni attori coinvolti. Da un lato, molti esperti e organizzazioni non governative hanno accolto favorevolmente la legge come un importante passo avanti per garantire il rispetto dei diritti umani e l’ambiente lungo la catena di approvvigionamento. La legge è stata vista come un modo per le imprese di assumersi maggiori responsabilità sociali e di contribuire a una maggiore sostenibilità globale.

D’altro canto, alcuni rappresentanti delle imprese e delle associazioni di categoria hanno espresso preoccupazione per gli oneri amministrativi e i costi aggiuntivi che la legge potrebbe comportare per le aziende, soprattutto per le piccole e medie imprese. In particolare, è stata disapprovata l’ambiguità e la vaghezza dei requisiti di due diligence e l’incertezza sulle possibili sanzioni in caso di violazione della legge. Inoltre, la legge è stata criticata da alcuni attori politici come insufficiente e troppo limitata nell’ambito della tutela dei diritti umani e ambientali. Alcuni hanno sostenuto che la legge dovrebbe essere estesa ad altri settori e a una più ampia gamma di diritti umani, mentre altri hanno criticato la mancanza di una sanzione penale per le imprese che violano la legge.

In generale, il dibattito sulla Lieferkettengesetz riflette la complessità delle questioni relative alla responsabilità sociale delle imprese e alla sostenibilità a livello globale, e la difficoltà nel trovare un equilibrio tra gli interessi delle imprese e il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente. I report sulle due diligence inizieranno ad apparire con il 2024 e le imprese italiane coinvolte nella catena di fornitura che fanno capo a organizzazioni tedesche stanno già iniziando a sentire i primi echi delle attività iniziate. Il nostro tessuto imprenditoriale si farà trovare impreparato?

Leggi tutto l’articolo sul numero 3/2023 di Igiene & Sicurezza del Lavoro

Le command word nella formazione inglese: perché possono essere un ostacolo? | Teknoring

il sistema legale britannico di prevenzione è radicalmente differente dal nostro, ed è un fattore che ha reso semplice trapiantare i processi della sicurezza in altri paesi, supportando così la diffusione nel mondo di queste idee.

Ma la vera forza dei tecnici sono le associazioni professionali.

Un aspetto degli esami finali dei corsi progettati da questi enti, che spesso crea difficoltà ai candidati italiani, è la consuetudine legata alle command words. Queste sono le parole chiave che vengono usate nelle domande: la risposta infatti deve essere corretta non solo nel suo contenuto ma anche nella forma in cui viene articolata. Mentre nel nostro paese convenzioni di questo genere non sono diffuse, nel mondo dell’istruzione britannico sono tenute in alta considerazione, e si penalizza chi fornisce una risposta dal contenuto corretto, ma non rispettosa della command word usata.

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Se il sociale tutela la sicurezza sul lavoro | Ambiente & Sicurezza

Nella foto, la Dhobi Ghat la più grande lavanderia a cielo aperto di Mumbay.

Scritto assieme a Helmut Lansbergen, consulente, auditor ISO 9001, ISO 28001, ISO 45001 e SA 8000 e docente.

Il termine inglese dumping individua la pratica commerciale scorretta di immettere sul mercato beni o servizi a prezzi che non coprono i costi per la loro produzione, in modo da manipolare il mercato. Il dumping sociale è il mancato rispetto delle leggi in materia di sicurezza, diritti del lavoratore e tutela ambientale, che consente a un’impresa di ridurre i costi di produzione e quindi di vendere le proprie merci a prezzi molto più bassi di quelli di mercato.

Sweatshop, è un termine della lingua inglese, testimoniato a partire dal 1892 per indicare luoghi di lavoro caratterizzati da condizioni povere, insicure e socialmente inaccettabili. In particolare, è interessante constatare che il termine sweat non indica solo il sudore, ma nel XIX secolo ha assunto anche il significato di lavoro pesante sottopagato.

Le buone prassi internazionali, i concetti ESG, hanno iniziato quindi a responsabilizzare le grandi organizzazioni che, essendo al vertice della propria filiera produttiva, hanno approfittato, a volte bassamente, dell’esternalizzazione dei processi produttivi, affidando la produzione ai cosiddetti sweatshop situati in paesi stranieri a bassissimo reddito, in modo da lucrare enormemente sui vantaggi economici generati dal rivendere le merci prodotte in economia, a caro prezzo nel primo mondo. Per la legge del contrappasso ora l’opinione pubblica e la legge, più o meno timidamente, chiedono loro di rendersi garanti delle condizioni lavorative non solo dei lavoratori che sono assunti direttamente da loro, ma anche e soprattutto di quelli impiegati lungo la catena di forniture, in milanese moderno supply chain: tutti coloro che sono coinvolti nei processi produttivi: appaltatori, subappaltatori e fornitori.

Episodio 9 – I nerd della sicurezza | Il rischio è il mio mestiere

Per molti, la gestione della sicurezza è questione di norme: esiste un sistema di regole che è dato, sono le leggi che si occupano di proteggere i lavoratori, e i problemi sono principalmente provocati dalle violazioni. Basta ricondurre i comportamenti all’interno della legge e il problema è risolto.

In realtà, però, le cose non stanno così. Il modo in cui le regole vengono rispettate o violate, si dice, è un problema di cultura della sicurezza.

Ogni tanto mi piace definirmi un nerd della sicurezza: uno di quei personaggi che si trovano irresistibilmente attratti dai congegni e dai contenuti tecnici. Effettivamente, negli anni delle scuole superiori, con la mia classe all’intervallo uscivamo dalla scuola per andare a vedere i meccanici lavorare in una vicina officina di motociclette. Sotto questo punto di vista, occuparsi di sicurezza è molto appagante: esistono rischi “tecnici” di ogni tipo, devi capire come funzionano i macchinari, come reagiscono le sostanze pericolose. Si lavora con ogni sorta di strumento di misura, dai fonometri alle pompe per il campionamento.

Purtroppo, però tutto questo non è sufficiente: la presenza dell’elemento umano nei processi fa scardinare tutto il meccanismo. E non è sufficiente che chi si occupa di sicurezza impari ad utilizzare nuovi strumenti, ma bisogna cambiare proprio il modo di guardare alle cose.

Puoi ascoltare l’episodio 9 del podcast “Il pericolo è il mio mestiere” su Spotify.

La COP27 e Net zero guidelines di ISO | Teknoring

Al COP 27, la ventisettesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si è appena tenuta a Sharm el-Sheik, in Egitto, ISO, International Organization for Standardization, la più importante organizzazione mondiale per la definizione di norme tecniche, ha presentato le Net Zero Guidelines, un documento che si pone l’obiettivo di fornire i principi guida e le raccomandazioni per un approccio condiviso che possa essere utilizzato dalle organizzazioni per raggiungere l’obiettivo net zero per le emissioni di gas serra (Green House Gases, GHG).

I gas serra sono responsabili dell’aumento della temperatura del globo. Consentono l’ingresso della radiazione solare all’interno dell’atmosfera, ostacolando la dispersione della radiazione infrarossa dal nostro pianeta nello spazio. Questo fenomeno fu riconosciuto già all’inizio del XIX secolo: il fisico e matematico Joseph Fourier, studiando la trasmissione del calore, capì che, senza l’atmosfera, la temperatura media del nostro pianeta sarebbe di circa -18°C, e quindi oltre trenta gradi in meno di quella reale.

Puoi leggere l’articolo Cosa contengono le Net zero guidelines di ISO presentate alla COP 27? su Teknoring.it

I fondamenti di sostenibilità per le aziende | Teknoring

I risultati del passato sono sotto i nostri occhi: oltre due secoli di industrializzazione forzata, motivata dalla pervicace volontà dell’uomo di uscire dalla miseria che ha caratterizzato gran parte della sua esistenza su questo pianeta, hanno condotto sì ad un generale miglioramento delle condizioni di vita, ma a prezzo di devastazioni e conflitti. C’è il rischio che le guerre per fattori economici e ideologici degli ultimi due secoli, possano trasformarsi in futuro in conflitti per l’accesso e la gestione “sostenibile” delle risorse naturali? Che qualcuno decida di invadere un altro paese perché produce troppa anidride carbonica?

Chi sviluppa un’attività economica può trovare ostacoli, anche in buona fede, di natura economica, culturale e sociale, nell’affrontare questi temi. Una organizzazione più grande, cui fa riferimento tutto un territorio, può avere come obiettivo affrontare e vincere queste resistenze. La soluzione non può essere solo l’esecuzione di controlli, più o meno formali e rigorosi. Chi voglia sviluppare in senso realmente sostenibile le sue attività deve agire allo stesso livello in cui trova i problemi: economico, culturale e sociale. Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Istituto Centrale di Statistica, ISTAT, la dimensione media delle imprese nei settori dell’industria e dei servizi è di 3,8 addetti. È chiaro che un’azienda di queste dimensioni non ha la struttura per affrontare i temi non solo della sostenibilità, ma a volte anche della conformità.

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Lieferkettengesetz | HSE Manager Wolters Kluwer

Letteralmente “legge sulla filiera” è una norma della Repubblica Federale Tedesca che entrerà in vigore il primo gennaio 2023.

Sembra che questa sarà solo una prova generale per una prossima direttiva comunitaria. Un altro passo per conformare la produzione legislativa ai temi ESG.

Leggi il post Lieferkettengesetz sulla pagina di HSE Manager di Wolters Kluwer su LinkedIn.

La tutela dei lavoratori all’estero | ISL

In questo inserto contenuto nel numero 10/2022 viene affrontato il tema della tutela dei lavoratori italiani all’estero con un contributo dell’avvocato Fabrizio Salmi e dell’avvocato Federico Saporiti.

Per molte organizzazioni, l’esternalizzazione è uno sbocco necessario per sviluppare l’azienda: mercati che hanno tassi di sviluppo maggiori del nostro promettono anche maggiori opportunità. Nel mondo ci sono molti spazi per imprenditori che abbiano soluzioni tecnologiche che fanno la differenza, assieme a dinamismo e visione. La globalizzazione, però, non si ferma alle produzioni a basso costo, ai telefonini e a internet: le organizzazioni internazionali della politica e della finanza, cercano di compensare il pericolo del dumping sociale, il mancato rispetto delle leggi in materia di sicurezza, diritti del lavoratore e tutela ambientale, che consente a un’impresa di ridurre i costi di produzione e quindi di vendere le proprie merci a prezzi molto più bassi di quelli di mercato, creando meccanismi che innalzino la soglia di attenzione verso questi temi, e l’ESG è uno di questi. Sotto questo aspetto, la banalizzazione dei viaggi in aereo, che consentono di raggiungere con relativa facilità, mete che solo l’altro ieri erano difficilmente accessibili, nasconde il pericolo di un approccio altrettanto banale ai temi della protezione dei lavoratori, locali come espatriati.

Ma i temi della protezione del lavoratore sono intrecciati a quelli dell’organizzazione e della produzione, in un modo da rendere molto difficile che, trattare superficialmente uno di questi, non si ripercuota negativamente sugli altri. La corretta organizzazione di una missione all’estero, di una permanenza più o meno lunga di un lavoratore o un gruppo, prima di una questione di sicurezza personale è una questione di organizzazione e di produzione. È difficile che possa essere affrontata con leggerezza, senza che il risultato dell’investimento stesso ne debba risentire.

Perché ESG | Ambiente & Sicurezza

Il termine ESG è stato utilizzato per la prima volta come acronimo di Environmental, Social and Governance, alla conferenza promossa dal UN Global Compact, il patto mondiale delle Nazioni Unite Investing for Long-Term Value, investire per valore a lungo termine, a Zurigo, in Svizzera, nell’agosto del 2005.

L’alba del XXI secolo sembra riprendere temi che erano già stati affrontati un secolo prima. Il mondo però presenta anche grandi differenze. Innanzitutto, la crisi ecologica che stiamo vivendo: oggi solo chi non vuole vedere l’evidenza può negare i sintomi del cambiamento climatico che ci circondano. Il mondo in cui siamo nati e cresciuti sembra essere veramente a rischio e un cambiamento di paradigma nel nostro modo di vivere non è più una questione di ideologia, ma probabilmente di sopravvivenza. L’approccio più esteso che il concetto di sostenibilità ha, rispetto alle questioni di carattere economico novecentesche potrebbe essere un fattore di successo: ambiente, società ed economia devono potersi sviluppare in un insieme armonico, per potere fare uscire dalla miseria la gran parte delle persone che non hanno la fortuna di vivere nel ricco Occidente, e non stagnare o, peggio, regredire, condannandole ad una breve vita di stenti, che sarebbe poi la conclusione della decrescita felice.

Leggi l’articolo Tutti i perché di una scelta sul numero 9/22 di Ambiente & Sicurezza.

ESG e sicurezza dei lavoratori: un binomio possibile? | Teknoring

Nascendo dal mondo della finanza, la sostenibilità aziendale dà molta importanza alla rendicontazione delle prestazioni economiche e no. Col tempo si sono affermati standard che rendono possibile la comparazione dei risultati delle varie organizzazioni e i governi nazionali e sovranazionali hanno imposto obblighi di rendicontazione non finanziaria per le imprese. L’Unione Europea, che ha iniziato a definire criteri per la redazione dei bilanci alla fine degli anni Settanta, più recentemente, con la direttiva 2014/95/EU, ha stabilito un quadro normativo uniforme per le informazioni non finanziarie per gli Stati membri.

La sfida è quella di trasformare il luogo di lavoro nell’ambiente dove è incoraggiato lo sviluppo della personalità delle persone che lo vivono. Il manager HSE deve maturare quella particolare visione e competenza tecnica, che sia in grado di supportare la propria organizzazione nell’analisi dei processi lavorativi, necessari a introdurre i cambiamenti finalizzati al miglioramento del benessere dei propri lavoratori.

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