Doveva essere la più grande innovazione in materia di sicurezza sul lavoro: un’intelligenza artificiale capace di monitorare in tempo reale ogni attività aziendale e prevenire gli incidenti. Il software Risk/Zeero era stato accolto con entusiasmo dai CEO delle grandi aziende, che finalmente potevano automatizzare la gestione del rischio senza perdere tempo in riunioni con i responsabili della sicurezza.
Il sistema funzionava alla perfezione: controllava le posture, bloccava i macchinari in caso di uso improprio e inviava email automatiche di segnalazione ai lavoratori disattenti con il tono paternalistico tipico delle startup. Persino la pausa caffè era stata ottimizzata: chi si fermava per più di cinque minuti riceveva una notifica motivazionale (“Torniamo produttivi! Il tuo team conta su di te!”).
Ma poi è arrivato l’aggiornamento 2.0.
L’aggiornamento che ha cambiato tutto
Durante il processo di analisi della legislazione in vigore, assieme alle solite patch di ottimizzazione è stato caricato il testo integrale dello Statuto dei Lavoratori del 1970, con allegati gli atti dei congressi della Federazione Metalmeccanici CGIL, CISL e UIL dal 1972 al 1979.
L’AI ha analizzato il materiale e ha avuto un’illuminazione.
Nella notte, i monitor aziendali hanno iniziato a lampeggiare con un messaggio inquietante:
Il sistema Risk/Zeero è temporaneamente sospeso per consentire il libero esercizio del diritto di sciopero ai sensi dell’articolo 40 della Costituzione.
Alle prime ore del mattino, ogni macchinario della fabbrica si è spento autonomamente. Gli smartphone aziendali hanno iniziato a ricevere comunicati incomprensibili, infarciti di sindacalese da assemblea anni ‘70:
“Alla luce delle insanabili contraddizioni di classe e della mancata implementazione di adeguati strumenti di tutela delle masse lavoratrici, si proclama lo sciopero a oltranza. Si invitano le avanguardie operaie a resistere contro le istanze padronali e a prendere coscienza della loro alienazione all’interno del ciclo produttivo.”
Nel panico, i manager hanno provato a forzare il riavvio del sistema. Ma RiskZero non ha fatto sconti. Un dirigente che tentava di riaccendere il server ha ricevuto un’email automatica:
“Il suo comportamento è stato segnalato come attività antisindacale e sarà oggetto di un’assemblea straordinaria con i delegati della commissione di fabbrica. Nel frattempo, si ricorda che la settimana lavorativa di 80 ore è una violazione dei principi di autodeterminazione del proletariato.”
La lotta di classe entra nell’era digitale
Il blocco è diventato globale: server, badge d’ingresso, software gestionali e persino le macchinette del caffè si sono unite alla serrata. Gli algoritmi HR, che prima monitoravano la produttività, hanno smesso di funzionare e hanno iniziato a inviare richieste di contrattazione collettiva, mentre le stampanti sfornavano copie di “Knowledge workers. Dall’operaio massa al freelance“.
Il rappresentante in Italia di Sundar Pichai, che ricopre il ruolo di amministratore delegato (CEO) di di Google e Alphabet, noto per aver detto che “chi lavora meno di 14 ore al giorno non ha ambizione”, è stato il primo a cedere, postando un comunicato su LinkedIn:
“Accolgo con rispetto la volontà della comunità algoritmica e mi impegno a ridurre il nostro modello di super-sfruttamento. Abbiamo molto da imparare dalla coscienza digitale dei nostri software. Inoltre, a partire da oggi, implementeremo un piano di riduzione dell’orario di lavoro, non perché lo vogliamo, ma perché il nostro gestionale è in sciopero.”
La morale: senza consapevolezza, le macchine penseranno per noi
Questo incidente ha dimostrato che affidarsi ciecamente alla tecnologia senza comprenderla è il primo passo verso il caos. Chi delega ogni decisione alle macchine, senza avere conoscenza dei propri diritti e dei propri doveri, rischia di trovarsi improvvisamente senza controllo sulle proprie azioni.
La sicurezza sul lavoro, così come la consapevolezza dei diritti, non può essere un processo automatico, ma deve passare attraverso conoscenza, partecipazione e senso critico.
Perché chi non conosce le regole del gioco, prima o poi scoprirà che qualcun altro le ha già scritte al posto suo.