Una recente ricerca di OSHA-EU, l’agenzia per la salute e la sicurezza sul lavoro dell’Unione Europea, ha voluto fare il punto su questa nuova tecnologia emergente con il rapporto Artificial intelligence for worker management: implications for occupational safety and health (Intelligenza Artificiale per la gestione dei lavoratori: implicazioni per la salute e la sicurezza sul lavoro). Si tratta di un lavoro che, più che illustrare soluzioni tecniche con tecnologie IA sviluppate per la tutela dei lavoratori, intende analizzare i potenziali rischi che l’adozione di queste tecnologie possono arrecare ad essi. La relazione descrive una galleria degli orrori che fa pensare che i grandi innovatori di Silicon Valley siano in realtà rimasti ai tempi del taylorismo, la teoria del management formulata da Frederick Taylor nella sua monografia dal titolo L’organizzazione scientifica del lavoro, pubblicata nel 1911.
Per fortuna, lungo il secolo abbondante che ci separa da questa visione distopica, si sono sviluppate alcune riflessioni culturali che sono le vere grandi conquiste della nostra epoca. Il progresso tecnologico non deve fare dimenticare che, nel nostro paese, è vietato l’uso di apparecchiature che abbiano come scopo il controllo a distanza dell’attività dei lavoratori. Come le soluzioni tecnologiche che seguono questi concetti retrogradi, per quanto AI, monitorando il comportamento del lavoratore, quanto ci mette per svolgere una operazione, il tempo che impiega in bagno o l’intervallo tra un tocco di un tasto sulla tastiera e il successivo. La legge ammette impianti o apparecchiature di controllo che sono richieste da esigenze organizzative, produttive o di sicurezza del lavoro, che consentano anche il controllo a distanza del lavoratore, solo previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali o autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro.
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