Secondo l’UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, alla fine del mese di agosto 59 paesi, sui 105 che hanno chiuso le scuole per prevenire il contagio dal COVID-19, stavano pianificando la loro riapertura a breve o le avevano già aperte. È chiaro che questo sta creando dei rischi, ma mantenerle chiuse può causare una lesione più grave ai nostri figli: a questa età la scuola è l’ambiente in cui vivono, sviluppano la loro socialità ed imparano ad essere membri di una comunità. Privarli di questo significa orbarli di una parte significativa del loro essere. Loro sono globalizzati ancora più di noi, e spesso si dimostrano più maturi di quanto crediamo, anche se saranno sempre i nostri piccoli. Diventeranno i medici, gli ingegneri e gli scienziati del futuro, e questa pandemia li plasmerà, che lo vogliamo o no. Spetta a noi, adulti di oggi sapere trasformare questa crisi in una opportunità per aiutarli ad imparare da essa, per sviluppare empatia e per migliorare la loro capacità di risposta alle avversità, allo scopo di creare adulti migliori e una società più solidale, domani.
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Le uniche misure che forse avrebbero consentito di riaprire davvero le scuole in sicurezza sono garantire una seconda succursale ad ogni istituto e aumentare vertiginosamente il numero degli scuolabus. Purtroppo entrambe avrebbero richiesto dei costi immani (attenzione: non impossibili, solo immani), e quindi anziché attuarle il governo ha preferito dare un’impressione di falsa sicurezza con una quantità impressionante di meri palliativi: le mascherine a pioggia, il gel disinfettante a fiumi, i test sierologici, le sanificazioni continue, gli ingressi scaglionati, i banchi monoposto… è un po’ come se una moglie volesse una vacanza da sogno, e il marito anziché accontentarla le comprasse un mazzo di fiori, una scatola di cioccolatini, una frusta elettrica per dolci e un Arbre Magique al suo profumo preferito: lei probabilmente accetterà questi contentini con un sorriso spento, ma dentro di sé vorrebbe solo tirargli una padellata per non averle dato l’unica cosa che desiderava davvero.
Le mie considerazioni La trovano d’accordo?
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Amo molto quella preghiera che dice: Signore dammi la forza di cambiare quello che posso cambiare, di accettare quello che devo accettare, ma soprattutto la sapienza per potere distinguere una cosa dall’altra. Questo è il paese che siamo, preferiamo dividerci in guelfi e ghibellini, e poi in guelfi bianchi e guelfi neri, anziché affrontare i veri problemi.
Dovremmo fare questi ragionamenti quando scegliamo un capo, promuoviamo una persona, facciamo una riunione di condominio, educhiamo i nostri figli, parliamo con i nostri amici. E dopo, ma solo dopo, quando votiamo.
Grazie per il suo contributo. Un saluto.
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Colgo l’occasione per consigliarle questo indimenticabile film: https://wwayne.wordpress.com/2020/03/01/un-uomo-coraggioso/. Grazie a lei per la risposta! 🙂
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