Il lavoro è ancora un motivo di orgoglio, ma troppo spesso viene soffocato da retoriche stanche, abitudini pericolose e silenzi colpevoli. I numeri degli infortuni raccontano una realtà dura, fatta di incidenti evitabili e di vite spezzate che non trovano spazio nei discorsi ufficiali. La sicurezza non può essere ridotta a un adempimento formale: è rispetto, è cultura, è responsabilità condivisa.
Il Primo Maggio non è una festa se il lavoro continua a ferire, isolare, sfruttare, e troppe volte a uccidere. Ma c’è chi non si arrende, chi costruisce ogni giorno un’alternativa fatta di cura, ascolto, scelta. E un domani, quando il cambiamento sarà sotto gli occhi di tutti, chi ha ignorato, trascurato, eluso, rimpiangerà di non aver scelto prima – perché la dignità, prima o poi, diventa contagiosa.
Puoi leggere l’articolo Il primo maggio è la festa di tutti i lavoratori, ma la sicurezza e la dignità dove sono? su Teknoring.