Safety e security: integrazione della sicurezza sul lavoro e della sicurezza fisica durante le trasferte | Vistra

La protezione dei lavoratori durante le trasferte aziendali richiede l’integrazione di safety e security per affrontare sia i rischi interni legati all’ambiente di lavoro sia le minacce esterne, come criminalità e terrorismo. La figura del professionista della security, definita dalla norma UNI 10459, è centrale nell’elaborare politiche di sicurezza, gestire emergenze e formare i lavoratori, garantendo la protezione di persone e beni aziendali. L’adozione di linee guida come la norma ISO 31030 permette una pianificazione dei viaggi che include la valutazione del contesto locale, la formazione del personale e lo sviluppo di protocolli per gestire le emergenze.

Casi come la sentenza Bonatti evidenziano la necessità di considerare rischi fisici e ambientali, sottolineando le responsabilità dei datori di lavoro nella tutela dei dipendenti in contesti internazionali. La pianificazione delle trasferte richiede strumenti di comunicazione sicuri, l’accesso a informazioni affidabili e l’utilizzo di tecnologie che garantiscano la sicurezza anche in condizioni critiche. Infine, è essenziale predisporre coperture assicurative complete, adattate ai rischi specifici delle destinazioni, per tutelare i lavoratori da eventuali incidenti o emergenze.

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La tutela dei lavoratori all’estero | ISL

In questo inserto contenuto nel numero 10/2022 viene affrontato il tema della tutela dei lavoratori italiani all’estero con un contributo dell’avvocato Fabrizio Salmi e dell’avvocato Federico Saporiti.

Per molte organizzazioni, l’esternalizzazione è uno sbocco necessario per sviluppare l’azienda: mercati che hanno tassi di sviluppo maggiori del nostro promettono anche maggiori opportunità. Nel mondo ci sono molti spazi per imprenditori che abbiano soluzioni tecnologiche che fanno la differenza, assieme a dinamismo e visione. La globalizzazione, però, non si ferma alle produzioni a basso costo, ai telefonini e a internet: le organizzazioni internazionali della politica e della finanza, cercano di compensare il pericolo del dumping sociale, il mancato rispetto delle leggi in materia di sicurezza, diritti del lavoratore e tutela ambientale, che consente a un’impresa di ridurre i costi di produzione e quindi di vendere le proprie merci a prezzi molto più bassi di quelli di mercato, creando meccanismi che innalzino la soglia di attenzione verso questi temi, e l’ESG è uno di questi. Sotto questo aspetto, la banalizzazione dei viaggi in aereo, che consentono di raggiungere con relativa facilità, mete che solo l’altro ieri erano difficilmente accessibili, nasconde il pericolo di un approccio altrettanto banale ai temi della protezione dei lavoratori, locali come espatriati.

Ma i temi della protezione del lavoratore sono intrecciati a quelli dell’organizzazione e della produzione, in un modo da rendere molto difficile che, trattare superficialmente uno di questi, non si ripercuota negativamente sugli altri. La corretta organizzazione di una missione all’estero, di una permanenza più o meno lunga di un lavoratore o un gruppo, prima di una questione di sicurezza personale è una questione di organizzazione e di produzione. È difficile che possa essere affrontata con leggerezza, senza che il risultato dell’investimento stesso ne debba risentire.