Certe abitudini di lavoro portano alcuni operatori esperti a ignorare protezioni e procedure, convinti che la familiarità con i rischi basti a controllarli. In realtà, l’esperienza può trasformarsi in un velo che attenua la percezione del pericolo, generando la normalizzazione della deviazione e l’errore “esperto”. Anche l’errore “generico”, legato a scarsa formazione o distrazione, produce lo stesso effetto: un calo della vigilanza quando manca un sistema di difese multiple.
La competenza individuale resta preziosa, ma da sola non garantisce nulla, perché basta una distrazione, una variazione nelle condizioni o una pressione improvvisa per far cadere l’equilibrio. La sicurezza funziona solo quando è costruita su più livelli – tecnici, procedurali e organizzativi – che si sostengono a vicenda e compensano gli inevitabili limiti delle persone. Un’organizzazione matura evita la solitudine operativa: nessuno dovrebbe contare solo sulle proprie capacità, ma su una rete di barriere e di responsabilità condivise.
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