I dispositivi di protezione individuale, DPI, sono quelle attrezzature progettate per essere indossate dai lavoratori al fine di proteggerli da uno o più rischi presenti negli ambienti di lavoro, suscettibili di minacciare la loro sicurezza o la loro salute.
A causa del fatto che molti dei DPI utilizzati in cantiere possono essere accessori banali, come scarpe, guanti, elmetti o capi di vestiario, a volte la loro corretta gestione viene trascurata. Questo può essere il sintomo di una più generale impreparazione e incompetenza, che porta a disinteressarsi e a non conoscere le modalità di uso di DPI di utilizzo più complesso, con conseguenze che possono essere tragiche per i lavoratori. I DPI ricadono nella definizione di quelle “misure di prevenzione e protezione” che sono determinate attraverso la valutazione dei rischi, responsabilità del datore di lavoro; la loro scelta deve rispettare i concetti delle misure generali di tutela, quell’insieme di regole che definisce i criteri con cui “attaccare” i pericoli. Il concetto delle misure generali di tutela è che i pericoli devono essere eliminati. Se ciò non è possibile, completamente o parzialmente, l’agente pericoloso deve essere sostituito da un agente meno pericoloso. Il rischio residuo deve essere ancora una volta processato e quanto rimane dell’agente pericoloso deve essere isolato dal lavoratore, con barriere fisiche (cosiddetti controlli ingegneristici). A sua volta, il rischio residuo deve essere gestito cambiando il modo con cui viene eseguito il lavoro: le procedure o controlli amministrativi. Ultimo passo di questo processo, il rischio residuo viene gestito facendo utilizzare DPI ai lavoratori.
Leggi questo articolo sul numero 10/2019 di Igiene & Sicurezza del Lavoro-
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Autore: Antonio Pedna
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