Travel risk management, come andare oltre la semplice procedura? | Teknoring

Organizzare trasferte è oggi più semplice, ma la facilità logistica non equivale a sicurezza: i rischi, anche banali, possono trasformarsi in crisi se non gestiti in modo strutturato. La responsabilità del datore di lavoro accompagna sempre chi viaggia per conto dell’azienda, e non si esaurisce con il confine dell’ufficio. La norma ISO 31030:2021 fornisce una guida per costruire un sistema di travel risk management basato su pianificazione, ruoli chiari e misure preventive, integrabile con gli standard di salute e sicurezza già esistenti.

Non si limita a elencare procedure, ma propone una politica consapevole, capace di orientare le decisioni nei momenti critici e ridurre l’improvvisazione. Il rischio di viaggio non va solo valutato, ma trattato con azioni concrete – dalla scelta degli alloggi alla gestione delle emergenze – seguendo il ciclo continuo plan-do-check-act. Adottare questo approccio significa passare da una logica difensiva a una cultura del rischio matura, che protegge le persone e rafforza l’organizzazione.

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Safety e security: integrazione della sicurezza sul lavoro e della sicurezza fisica durante le trasferte | Vistra

La protezione dei lavoratori durante le trasferte aziendali richiede l’integrazione di safety e security per affrontare sia i rischi interni legati all’ambiente di lavoro sia le minacce esterne, come criminalità e terrorismo. La figura del professionista della security, definita dalla norma UNI 10459, è centrale nell’elaborare politiche di sicurezza, gestire emergenze e formare i lavoratori, garantendo la protezione di persone e beni aziendali. L’adozione di linee guida come la norma ISO 31030 permette una pianificazione dei viaggi che include la valutazione del contesto locale, la formazione del personale e lo sviluppo di protocolli per gestire le emergenze.

Casi come la sentenza Bonatti evidenziano la necessità di considerare rischi fisici e ambientali, sottolineando le responsabilità dei datori di lavoro nella tutela dei dipendenti in contesti internazionali. La pianificazione delle trasferte richiede strumenti di comunicazione sicuri, l’accesso a informazioni affidabili e l’utilizzo di tecnologie che garantiscano la sicurezza anche in condizioni critiche. Infine, è essenziale predisporre coperture assicurative complete, adattate ai rischi specifici delle destinazioni, per tutelare i lavoratori da eventuali incidenti o emergenze.

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Sicurezza sulle strade: gestione dei rischi legati agli spostamenti aziendali | Vistra

La sicurezza stradale e la gestione dei rischi legati agli spostamenti aziendali sono fondamentali per il benessere dei dipendenti e il successo delle imprese. Gli incidenti stradali durante i viaggi di lavoro devono essere considerati infortuni sul lavoro, con conseguenze sulla salute dei lavoratori e sull’economia aziendale. La gerarchia dei controlli è fondamentale nella gestione dei rischi, suggerendo l’uso di alternative sicure ai viaggi fisici e l’adozione di tecniche di guida difensiva.

La formazione dei dipendenti sulla sicurezza stradale promuove una cultura aziendale orientata alla sicurezza, con benefici sia durante il lavoro sia nella vita personale. L’utilizzo di tecnologie di monitoraggio e la collaborazione con fornitori affidabili migliorano la gestione dei rischi legati agli spostamenti aziendali. Infine, un approccio olistico e una leadership responsabile sono essenziali per creare un ambiente lavorativo sicuro e sostenibile.

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Episodio 12 | La sicurezza al volante

Se per lavoro utilizzate automobili o altri veicoli privati, la sicurezza alla guida è un aspetto importante della sicurezza sul lavoro. Naturalmente è chiaro che sulla strada non è possibile tenere tutte le situazioni sotto controllo, come si dovrebbe riuscire a fare in fabbrica o in un ufficio. Ma il fatto di non essere in grado di dominare tutti i fattori pericolosi non è un motivo plausibile per evitare di impegnarsi comunque.

E invece, un incidente stradale “sul lavoro” è sempre una fatalità. Il traffico… la strada… Magari è capitato a un corriere che ha la giornata scandita da un algoritmo che organizza le consegne, che corre per recuperare il tempo. O ad un lavoratore che è tutto il giorno che guida per rientrare da una trasferta, e allora spinge sull’acceleratore per rientrare prima che faccia troppo tardi. Ma no. È una fatalità.

Puoi ascoltare l’episodio 12 del podcast “Il rischio è il mio mestiere” sulle principali piattaforme di podcast.

La tutela dei lavoratori all’estero | ISL

In questo inserto contenuto nel numero 10/2022 viene affrontato il tema della tutela dei lavoratori italiani all’estero con un contributo dell’avvocato Fabrizio Salmi e dell’avvocato Federico Saporiti.

Per molte organizzazioni, l’esternalizzazione è uno sbocco necessario per sviluppare l’azienda: mercati che hanno tassi di sviluppo maggiori del nostro promettono anche maggiori opportunità. Nel mondo ci sono molti spazi per imprenditori che abbiano soluzioni tecnologiche che fanno la differenza, assieme a dinamismo e visione. La globalizzazione, però, non si ferma alle produzioni a basso costo, ai telefonini e a internet: le organizzazioni internazionali della politica e della finanza, cercano di compensare il pericolo del dumping sociale, il mancato rispetto delle leggi in materia di sicurezza, diritti del lavoratore e tutela ambientale, che consente a un’impresa di ridurre i costi di produzione e quindi di vendere le proprie merci a prezzi molto più bassi di quelli di mercato, creando meccanismi che innalzino la soglia di attenzione verso questi temi, e l’ESG è uno di questi. Sotto questo aspetto, la banalizzazione dei viaggi in aereo, che consentono di raggiungere con relativa facilità, mete che solo l’altro ieri erano difficilmente accessibili, nasconde il pericolo di un approccio altrettanto banale ai temi della protezione dei lavoratori, locali come espatriati.

Ma i temi della protezione del lavoratore sono intrecciati a quelli dell’organizzazione e della produzione, in un modo da rendere molto difficile che, trattare superficialmente uno di questi, non si ripercuota negativamente sugli altri. La corretta organizzazione di una missione all’estero, di una permanenza più o meno lunga di un lavoratore o un gruppo, prima di una questione di sicurezza personale è una questione di organizzazione e di produzione. È difficile che possa essere affrontata con leggerezza, senza che il risultato dell’investimento stesso ne debba risentire.

My COVID journey | HSE People

For the generation before mine, a key question was: where were you when John Fitzgerald Kennedy was shot? Then they started asking what you were doing on 9/11. I remember when Italy was put in lockdown as if it were today.

A few days earlier, I was driving on the highway, crossing the surroundings of Lodi, the town in northern Italy not far from Milan, where the first cases of COVID-19 were discovered. Here, the lockdown had been proclaimed for some time, and seeing even the gas stations closed on the most trafficked Italian highway made a certain impression. That evening, I was having dinner with my wife and a couple of friends at home. For a few weeks, we had been talking about this epidemic. Still, at the 8:00 pm news, the journalist announced that the government had proclaimed the lockdown of the whole country. I immediately had a shiver down my spine: I travel a lot for work; how could I have done it?

Within a few days, my clients suspended all our planned trips to Poland, Netherlands, Germany, Denmark, Norway, Croatia, and Azerbaijan. Suddenly, I was stuck in the house with much free time. IOSH has helped me so much to reorganize my professional life and to keep my mental balance under control. I found out that it was organizing seminars from the Far East, where local professionals already have good experience managing these conditions since the days of the first SARS and avian flu. I started studying these cases to provide advice to my clients who needed to guarantee the service of their companies and protect their workers. Thanks to these new skills, a few times, the work returned in the form of consultations about COVID-19, seminars about COVID-19, and articles about COVID-19. My publisher commissioned me to write the manual entitled Tools to Manage the Health and Safety of Workers in Health Emergencies, which I wrote in Italian a few days ago and continues to succeed.

Then, the drive to return to normal was stronger than the pandemic: the tools for videoconferencing made it possible to substitute much of the travel and personal meetings. We have done videoconferencing meetings, videoconferencing training courses, and even videoconferencing audits. We trained the people already in the workplace to circulate with the camera and headphones to surrogate the on-site auditor. Everything that was not essential was stopped, but many colleagues had to guarantee their daily presence amid fears and difficulties. I have a friend who provided maintenance in the hospitals, and my admiration goes to him.

During the spring and summer of 2020, things returned to normalcy for a few weeks, and I returned to travel and visit my customers. Despite COVID-19, I have made some international trips. I will never forget once crowded airports turned into wastelands with no other humans in sight. I spent hours in transit in Munich, Frankfurt, or Istanbul because the flights were less frequent and there was more to wait for connections in the complete desert. But it was an unnatural condition; everyone was careful to keep their distance and suspicious of people getting too close.

I remember the month of October, keeping under control the numbers of hospital admissions and in intensive care units, to anticipate the possible suspension of travel, and to be able to return to Turkey where, with my wife, of Turkish nationality, we decided to spend the second winter of COVID, after having spent the first one in Italy. This time, however, there was a perspective: vaccine studies made this goal closer every day. Since then, it has been a wait for this moment. I took the first dose on June 7th and the second on July 12th. The doctor who gave me the second injection asked me if she had any side effects with the first one. I replied that I felt moved. He told me: me too.

I believe that the discovery of a vaccine in a year and mass vaccination is as much a pride of humanity as the landing on the moon. Wonder what hypothetical extra-terrestrials might think if they observe us: in 2020, the NGO ACLED, Armed Conflict Location & Event Data Project, recorded 2,124 battles, 927 riots, 1,480 explosions and 1,647 violence against civilians. While a part of humanity was slaughtering each other, the better one prepared and developed a vaccine against a pandemic that killed millions of people and grounded the whole world economy!

Now, the richer countries are morally obligated to help the poorer ones. According to the site Our World in Data, a project promoted by the Oxford Martin Program on Global Development of the University of Oxford, on the day these notes are written, over 40 million doses will be inoculated. Currently, 29.6% of the world’s population has received at least one dose of the COVID-19 vaccine, for a total of 4.36 billion. However, these were only intended for 1.1% of the population of low-income countries. The two extreme cases are Gibraltar, which has vaccinated over 116% of its population with two doses (!!!) and Haiti, which has reached just 0.08%, with a single dose, and has 0.00% of the population that completed the vaccination cycle.

Vaccination of the populations of low-income countries is not a Third World fanatics whim, but a necessity. Only by completing the prophylaxis for most of the world’s population will it be possible to stop the pandemic, definitively halting the development of the variants of the virus.

Our society, however, has shown the moral strength and competence of women and men who, in many situations, have been the real bulwark that prevented the worst. First, the healthcare staff. Then, all those who have carried out less prominent but equally fundamental tasks, from police officers to food supermarket staff.

It is to these people that we owe our thanks.

You can follow HSE People here.

Episodio 4 – Le parole dell’HSE | il podcast

Quando arrivi per la prima volta a lavorare in un paese nuovo, una delle cose che capita sempre è che le persone che incontri vogliono insegnarti le basi della loro lingua, almeno per fare in modo che ti possa presentare e salutare. Ed è per loro fonte di grande soddisfazione se tu ti impegni ad usare le parole che ti hanno insegnato, non importa se la pronuncia non è perfetta.

La guida sicura – I Corsi di ISL

Sempre più attività lavorative prevedono la guida di autoveicoli. Questi sono utilizzati per durate crescenti e ciò ha ripercussioni sulle statistiche degli infortuni: ad oggi, gli incidenti sul lavoro che coinvolgono veicoli costituiscono una parte rilevante del fenomeno infortunistico aziendale e sono in crescita. In più, dal momento che i veicoli a motore sono utilizzati non solo per attività lavorative o per i movimenti verso e dal luogo di lavoro, ma anche per uso personale, questo è il tipico caso in cui i comportamenti e gli atteggiamenti adottati in privato e sul luogo di lavoro e viceversa, si influenzano.

Gli obiettivi di questo corso sono:

  • approfondire i criteri per la scelta, l’utilizzo, la gestione e il controllo di autoveicoli per scopi lavorativi;
  • individuare i pericoli correlati alla guida, nonché le strategie per definirne i controlli;
  • determinare i comportamenti che è opportuno rispettare alla guida, così come quelli che è consigliato evitare.

Acquista il fascicolo: I corsi – La guida sicura