Comunicare il COVID-19

Enti, governi ed organizzazioni stanno facendo del loro meglio per gestire la comunicazione di questa condizione in cui ci siamo imbattuti. Chi lo ha fatto così così, chi è riuscito meglio: in fondo è la prima volta nelle nostre vite che capita questa condizione. Occorre però dare conto anche di quello che la teoria dell’informazione chiama “rumore”, che è tutto ciò si frappone tra emittente e destinatario dei una comunicazione, compromettendo la ricezione del messaggio.

Alcuni tra i principali produttori di rumore sono stati i media stessi, giornali e televisioni che, probabilmente spinti più da spirito di competizione che da quello di servizio, spesso hanno alzato i toni e moltiplicato le voci discordanti, facendo confusione. Assieme a questi dobbiamo annoverare altri professionisti della comunicazione: i politici. Così come per alcuni media, questa crisi ha messo a nudo il fatto che il fine della ricerca assoluta del consenso è un valore negativo: utilizzare la pandemia per migliorare il proprio posizionamento tra gli elettori, aumentando la visibilità è stata una scelta scellerata, che ha letteralmente provocato vittime.

Prossimamente su Soluzioni Tecniche per la sicurezza, numero 2/2020 di Igiene & Sicurezza del Lavoro di Wolters Kluwer.