Imprese straniere in Italia: una questione ricorrente | Teknoring

Le questioni legate alle imprese straniere attive in Italia, specialmente per progetti temporanei come cantieri e manutenzioni, sono oggetto di dibattiti ricorrenti. Le diverse prospettive sulla gestione e il comportamento appropriato delle aziende straniere sul territorio italiano sono evidenziate, suscitando riflessioni sulle sfide e le considerazioni coinvolte. La semplificazione dei viaggi, soprattutto nell’Unione Europea, ha portato a nuovi approcci creativi, talvolta causati da una mancanza occasionale di preparazione. L’analisi dei requisiti per le imprese straniere in Italia coinvolge diverse discipline, come normative sull’impresa, fiscali, sulla sicurezza sociale e sulla salute e sicurezza sul lavoro. Affrontare questa complessità richiede un approccio integrato e un costante aggiornamento per garantire conformità ed efficienza nelle operazioni transnazionali.

Le imprese straniere in Italia possono adottare diverse modalità, ma l’impiego di lavoratori assunti all’estero è soggetto a normative rigorose. Il principio di territorialità delle leggi impone l’applicazione delle norme italiane, creando vincoli e influenze significative sulle pratiche operative, specialmente in materia di sicurezza. Il distacco transnazionale emerge come un meccanismo regolamentato da accordi bilaterali e normative specifiche per agevolare la mobilità dei lavoratori in Europa.

Si possono definire due scenari distinti: il distacco presso un’impresa italiana secondo le norme europee o la creazione di un’organizzazione locale in Italia. Questi scenari delineano le condizioni in cui le imprese straniere possono operare in Italia con manodopera assunta all’estero, rispettando le leggi e garantendo conformità. Nonostante la complessità apparente, l’appartenenza all’Unione Europea semplifica notevolmente il processo, consentendo alle imprese di navigare attraverso le regole comuni.

Puoi leggere l’articolo Imprese straniere in Italia: una questione ricorrente su Teknoring.

INAIL e Regioni: cultura della sicurezza sul lavoro per il successo del PNRR | ISL

La formazione, gestita da enti accreditati, si concentrerà su strumenti per migliorare l’efficienza e la sicurezza lavorativa, salute e prevenzione, e l’uso di realtà virtuale e aumentata. I corsi affronteranno temi come comunicazione nei cantieri multietnici, impatti della mancata prevenzione e uso di alcol e droghe, contribuendo così agli obiettivi del PNRR.

La collaborazione tra associazioni datoriali e grandi imprese è cruciale per affrontare il deficit culturale nell’operatività e nella formazione, promuovendo la sicurezza sul lavoro e sostenendo gli obiettivi economici del Paese attraverso il PNRR. La riduzione degli infortuni sul lavoro è un elemento strategico per il benessere sociale ed economico, in sintonia con le priorità e gli investimenti delineati nel PNRR.

Puoi leggere l’articolo INAIL e Regioni: cultura della sicurezza sul lavoro per il successo del PNRR sul numero 11/2023 di Igiene & Sicurezza del Lavoro.

Imprese affidatarie ma non esecutrici: come funziona il Titolo IV? | Teknoring

Nel mondo estremamente frammentato dell’edilizia italiana, può accadere che il committente si trovi ad avere affidato i lavori ad una organizzazione che, a questo punto, diventa l’impresa affidataria, senza che però questa abbia l’intenzione di eseguire alcuna attività produttiva in cantiere, avendo deciso di affidarsi completamente al subappalto. Come deve essere gestita questa condizione? In che modo si declinano gli obblighi e le responsabilità che il Testo unico per la sicurezza prevede, in queste circostanze?

In qualsiasi modo la si voglia porre, una impresa affidataria non può essere solo una scatola vuota, con l’unica funzionalità di ufficio acquisti, per selezionare i subappaltatori che si occuperanno di eseguire l’opera. La norma, infatti, mette in carico al datore di lavoro di essa una serie di incombenze, delle quali solo alcune possono essere svolte senza mettere piede in cantiere. L’articolo 97 del Titolo IV richiede la presenza di dirigenti e preposti, che debbono essere adeguatamente formati (comma 3-ter), per potere gestire adeguatamente le incombenze dei commi 1, 2 e 3.

Puoi leggere l’articolo Imprese affidatarie ma non esecutrici: come funziona il Titolo IV? su Teknoring.it

Stress termico e gerarchia dei controlli: come gestire il lavoro in condizioni climatiche estreme? | Teknoring

La gerarchia dei controlli, in originale hierarchy of controls, è un concetto dovuto al National Safety Council, una organizzazione no-profit e non governativa, fondata nel 1913 da un gruppo di industriali e tecnici nordamericani, con l’obiettivo di promuovere la sicurezza della vita umana nelle industrie degli Stati Uniti. Questo modello è noto attraverso la rappresentazione grafica che ne ha dato NIOSH, il National Institute for Occupational Safety and Health, l’agenzia federale statunitense che ha come scopo la ricerca e la definizione di buone prassi per la protezione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali: la famosa piramide rovesciata suddivisa in quattro strisce.

La hierarchy of controls è il fondamento del concetto di prevention through design, la prevenzione attraverso la progettazione. Quando questo strumento fu definito, si rivolgeva ad un ambito esclusivamente tecnico, ed è solo grazie al fatto che riguarda principi astratti, slegati da qualsiasi contingenza specialistica, che mantiene la sua validità anche oggi. Si tratta infatti di un sistema può essere applicato a qualsiasi tipo di rischio, sia infortunistico che strategico, e si presta tranquillamente a gestire il pericolo collegato ai lavori all’aperto dove i lavoratori sono esposti alle alte temperature tipiche di questa estate, resa torrida dal cambiamento climatico.

Puoi leggere l’articolo Stress termico e gerarchia dei controlli: come gestire il lavoro in condizioni climatiche estreme? su Teknoring.it

L’organizzazione fa la sicurezza: ruoli e figure chiave | Speciale One HSE

L’aspetto organizzativo della sicurezza sul lavoro è sempre più rilevante. Sapere chi deve fare cosa ed assegnare correttamente i compiti e le responsabilità è una questione fondamentale per ogni azienda strutturata un minimo. Una azienda diligente stabilisce gli obiettivi di protezione dei propri collaboratori, individua le risorse che intende destinare a questo scopo, definisce i ruoli e assegna le responsabilità per la gestione di queste risorse.

Le prestazioni della sicurezza di un’azienda sono fortemente condizionate dall’organizzazione, che deve essere intesa sia come la gestione in maniera trasparente delle informazioni riguardo ai ruoli e alle responsabilità, ma anche come l’inserimento di persone con competenze adeguate ai compiti assegnati. Sì, perché gli obiettivi di tutela delle persone possono essere raggiunti solo se nell’organizzazione operano persone che rispettano le regole e svolgono la mansione assegnata con professionalità.

Puoi scaricare il documento L’organizzazione fa la sicurezza: ruoli e figure chiave, con contributi di Antonio Pedna e Roberto Codebò, cliccando qui.

Episodio 8 – le gallerie | Il rischio è il mio mestiere

La prima volta che sono entrato in un tunnel per lavoro è stato tanti anni fa. L’azienda per cui lavoravo stava scavando una galleria idraulica in Calabria. Il tunnel era scavato in una roccia che credo fosse granodiorite: un minerale in cui la massa scura è lumeggiata da intrusioni di cristalli di plagioclasio e di quarzo. Sotto la luce artificiale, le pareti della caverna scintillavano come nella miniera dei sette nani.

Poi sono passato a lavorare alle prime gallerie della variante autostradale di valico: grandi tunnel che andavano oltre i tredici metri di diametro, che però facevano molta più paura. L’ammasso in cui venivano scavati non aveva la stessa nobiltà di quello del piccolo tunnel in Calabria, ma era poco più di fango scuro consolidato. La galleria era un buco nero, che assorbiva tutta la luce delle fotoelettriche e si lavorava sempre nella melma fino alle caviglie. Le scarse caratteristiche meccaniche del materiale attraversato rendevano poi necessario adottare tecniche estremamente cautelative nei lavori. Pensateci anche voi: scavare un buco nel fango è molto diverso che farlo nel granito. E diverso, quando ci devi mettere degli uomini dentro, significa pericoloso. Molto.

Puoi ascoltare il mio podcast qui:

🔘 Spreaker: t.ly/EwCD
🔘 Spotify: sptfy.com/5M50
🔘 Apple Podcast: https://apple.co/3jDAaSW

Episodio 7 – I sollevamenti | Il rischio è il mio mestiere

I sollevamenti sono tra le operazioni più comuni in cantiere. Non ci sono solo le gru, ma anche le autogrù, i muletti, i sollevatori telescopici. Si solleva per scaricare il camion che porta le attrezzature o i materiali, per issarli ai piani o per calarli negli scavi. Le operazioni con le gru attirano sempre gli sguardi: anche chi passeggia per strada e vede una gru di un cantiere alzare qualcosa, si ferma per guardare volare nell’aria un cassone, un gruppo elettrogeno. Spesso con la bocca aperta per la meraviglia, come un bambino.

Ascolta il mio podcast qui:

🔘 Spreaker: t.ly/EwCD
🔘 Spotify: sptfy.com/5M50
🔘 Apple Podcast: https://apple.co/3jDAaSW

RSPP e coordinatore della sicurezza: quali aspetti regolano il loro rapporto? | Teknoring

Il Titolo I del D.Lgs. 81/2008 stabilisce i criteri per l’organizzazione delle aziende sotto il profilo della sicurezza. Sappiamo tutti che alla struttura gerarchica viene affiancato un ruolo, il Servizio Prevenzione e Protezione, che non dipende da questa, ma è inteso fornirle un aiuto professionale e specializzato a supporto delle scelte di politica, organizzazione e tecniche, che possono avere ripercussioni sulla tutela dei lavoratori. Il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, di cui la legge stabilisce le competenze e le capacità professionali, non dirige il servizio, e questo proprio a ribadire la sua distanza dalle decisioni aziendali, ma lo coordina (art. 2 c. 1 lett. f), su designazione del datore di lavoro. Occorre dire che, nella pratica professionale corrente, il RSPP è diventata una figura dotata del suo rilevante carico di operatività: in realtà non si limita ad osservare l’azione sviluppata dalle figure della linea, sollevando una bandierina come il guardalinee quando vede un fallo, ma può essere chiamato dalla propria organizzazione a presidiare a vario titolo i processi impegnativi del sistema.

Nei progetti edili è possibile che questi ruoli possano interagire a vario titolo. Ci sono due condizioni che configurano quattro diversi aspetti del rapporto tra RSPP e coordinatori: i cantieri di edilizia ordinari e quelli che si sviluppano all’interno di stabilimenti produttivi.

Puoi leggere l’articolo RSPP e coordinatore della sicurezza: quali aspetti regolano il loro rapporto? su Teknoring.it

Le Linee indirizzo SGI-AE INAIL | HSE Manager Wolters Kluwer

La lettura di queste analisi e descrizione dei processi da intraprendere per arrivare ad un sistema di gestione integrato è consigliabile per tutti coloro che intendono sviluppare o fare manutenzione al SGI della loro azienda, a prescindere dal tipo di industria.

Leggi il post Le Linee indirizzo SGI-AE INAIL sulla pagina di HSE Manager di Wolters Kluwer su LinkedIn.

Sicurezza nei cantieri: figure, ruoli, responsabilità in 11 punti

Un prontuario da scaricare su Teknoring

Il panorama delle costruzioni italiane è desolante: l’impresa media ha 2,6 addetti (dati ANCE). Ciò significa che l’organizzazione e le tecnologie mediamente sono a questo livello: di 2,6 addetti. Anche i giganti sono tali solo se considerati in relazione al nostro paese: la nostra più grande impresa è al diciottesimo posto nell’indagine internazionale che tradizionalmente viene eseguita da Guamari, la società di ricerca specialistica (rapporto 2020), con un giro d’affari dell’87% più basso della prima. Le altre sono al 38mo e al 50mo. Prima delle nostre ci sono, naturalmente, i cinesi, ma anche francesi, spagnoli, svedesi, austriaci e inglesi. Nel mondo moderno tecnologie e organizzazione sono il fattore chiave della competitività ed essere in ritardo è un problema. Il 62% delle imprese edili italiane è formata da un solo addetto, il 96% da un numero fino a nove (dati ANCE). Con questi numeri, l’aspettativa di imbattersi in una organizzazione che abbia contezza dei processi e dei requisiti normativi per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, è veramente bassa.


Di qui la scelta di redigere questo prontuario delle figure chiave della salute e della sicurezza nei cantieri, descrivendone con semplicità ed in modo diretto i comportamenti che la norma si attende, partendo naturalmente dai concetti espressi dal Titolo IV del Decreto Legislativo 81/2008, che è il riferimento per chi opera in questo settore produttivo.

Puoi scaricare il prontuario, dopo la registrazione, a questo link.