In Italia persistono significative disparità di genere, con un divario retributivo del 14,3% e una penalizzazione post-maternità che limita salari e opportunità di carriera per le donne. Sebbene le donne siano mediamente più istruite rispetto agli uomini, questo non garantisce loro migliori opportunità lavorative o una rappresentanza adeguata nei ruoli di vertice. Una maggiore partecipazione femminile al lavoro, come avviene in Germania, potrebbe aumentare la produttività e il PIL, riducendo le disparità economiche e sociali.
Politiche inclusive che favoriscono la conciliazione tra lavoro e vita privata possono abbattere le barriere strutturali e culturali che limitano l’occupazione femminile in Italia. Strumenti come l’ISO 53800 e la UNI/PdR 125 offrono linee guida utili per integrare l’uguaglianza di genere nelle strategie aziendali e nei sistemi di gestione. Anche se un vero cambiamento richiede una leadership consapevole e un impegno culturale per trasformare l’uguaglianza in un elemento centrale della crescita economica e sociale.
Puoi leggere l’articolo ISO 53800: verso l’uguaglianza di genere nelle aziende sul numero 11/2024 di ISL