Lavori con pericolo di annegamento

Il rischio di annegamento è sempre presente laddove ci si trovi a lavorare nei pressi di bacini o corsi d’acqua. Questi possono essere fiumi, il mare o laghi. Ma anche canali artificiali, serbatoi o grandi bacini di origine artificiale come quelli delle dighe. Ci si può avvicinare a queste sorgenti di pericolo perché il luogo di lavoro si trova lungo i bordi o le rive dei corsi d’acqua o dei bacini, oppure perché ci si lavora sopra, come nel caso di ponti e viadotti che scavalcano fiumi e canali. Riguardo a quei bacini costruiti per le vasche di prima pioggia, fanghi e sostanze chimiche il discorso è più complesso: occorre sì considerare il rischio di annegamento, ma solo all’interno di una valutazione più estesa, che prende in considerazione tutti gli aspetti della pericolosità della situazione, che comunque esulano da questa trattazione. Sono altrettanto assenti da questa analisi i pericoli cui sono esposti i lavoratori che operano su natanti o in immersione, condizioni per le quali esistono regole ben specifiche.

Leggi il seguito sul numero 6/2019 di Igiene & Sicurezza del Lavoro

Lavori in prossimità di linee elettriche

Nei cantieri edili una comune causa di incidente è il contatto di parti del corpo con linee elettriche attive, che possono essere le attrezzature utilizzate per le operazioni, i cavi usati per connettere i quadri di cantiere con le apparecchiature elettriche, ma anche linee utilizzate per la distribuzione elettrica per il cantiere stesso, che vengono avvicinate o toccate dal lavoratore o da un’attrezzatura con la quale sono in contatto, con la capacità di condurre l’energia elettrica. Incompetenza nella scelta delle attrezzature, trascuratezza nell’allestimento degli impianti e nella manutenzione delle attrezzature, superficialità e improvvisazione nell’utilizzo sono le cause di questi incidenti in un settore, invece, ben normato in cui le attrezzature, specialmente negli ultimi anni, hanno fatto passi da gigante nella sicurezza del loro utilizzo.

Una parte rilevante degli incidenti accade a causa del contatto dell’operatore con cavi alimentati che, pure attraversando le aree di lavoro sospesi a pali o in cavidotti interrati, non sono stati posati o non vengono utilizzati per i lavori: sono incidenti subdoli, perché letteralmente nessuno fa caso a queste installazioni fino che l’incidente avviene. Una organizzazione diligente, sia essa la committente di lavori che l’impresa selezionata per la sua esecuzione, deve definire e mantenere una procedura per controllare i pericoli relativi ai lavori nei pressi di linee elettriche.

Devono essere considerati lavori nei pressi di linee elettriche tutte quelle attività durante le quali è possibile entrare all’interno della distanza di sicurezza stabilita per esse. Lo scopo di questo lavoro è quello di argomentare solo relativamente alla gestione delle interferenze con le linee elettriche di distribuzione che attraversano l’area di lavoro, siano esse state installate per gli scopi dei lavori, siano già presenti perché a servizio di altro: le dinamiche della gestione del rischio di elettrocuzione durante l’utilizzo delle attrezzature di lavoro elettriche, così come i lavori elettrici, sono lasciati ad altra trattazione specialistica.

Leggi l’articolo sul numero 3/2019 di Igiene & Sicurezza del Lavoro.

Quattro passi per lavorare all’estero: la strategia

Da anni le imprese italiane tentano la strada dei progetti all’estero. Fuori dall’Italia, le conseguenze della globalizzazione vedono proliferare iniziative nei paesi in via di sviluppo. promosse da politiche nell’ambito del WTO, dalle banche internazionali di sviluppo o da grossi players internazionali.

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Buone pratiche per la gestione degli autoveicoli

L’utilizzo di automezzi è spesso una questione tutt’altro che marginale sul lavoro. In generale, si può considerare che tutte le attività lavorative, come ad esempio il trasporto di persone, singole o in gruppo, così come quello di oggetti che sono impiegati nelle attività lavorative, per lo svolgimento delle quali vengono utilizzati mezzi di trasporto, a qualsiasi titolo nella disponibilità del datore di lavoro, ricadano all’interno del perimetro dell’organizzazione di cui esso è responsabile. La norma è estremamente esplicita al riguardo: il D.Lgs. 81/2008 all’articolo 15 comma 1) lettera a) stabilisce di valutare «tutti i rischi per la salute e sicurezza».

Volendo affrontare con un approccio sistemico la sicurezza stradale, la International Standard Organization, ha emesso nel 2012 lo standard ISO 39001 Road traffic safety (RTS) management systems — Requirements with guidance for use, che si rivolge a tutte le organizzazioni che trasportano persone o merci o che utilizzano personale viaggiante, così come agli enti che gestiscono reti stradali, flotte di veicoli o che generano consistenti volumi di traffico per la distribuzione delle loro merci. La norma è basata sull’High Level Structure, che prescrive come debbano essere scritti i sistemi di gestione per potere essere facilmente integrati nelle organizzazioni, e adotta un approccio basato sulla valutazione dei rischi e delle opportunità.

Andando nel concreto, i trasporti su strada possono essere influenzati da una molteplicità di fattori. Per prima cosa è necessario accertare quale sono le condizioni dell’ambiente di viaggio, inteso come la rete stradale, le sue caratteristiche, lo stato di manutenzione e le condizioni atmosferiche che si andranno ad incontrare. In epoca di globalizzazione, in cui non è scontato che ci troviamo a discutere semplicemente dei trasporti da un sobborgo ad un altro di una città italiana: stiamo valutando una strategia globale per l’analisi delle condizioni operative, occorrerà domandarsi in che modo sono utilizzate le strade in questione, quali tipi di mezzi di trasporto e quali agglomerati urbani si incontreranno durante il tragitto. Ad esempio, un conto è circolare su un’autostrada italiana o un autobahn tedesca, un altro sulla camionabile che unisce l’Uganda con Città del Capo in Sud Africa. I problemi possono essere diversi: dalla velocità di crociera alla possibilità di ottenere assistenza, dalle pratiche di guida locali alla presenza di veicoli a trazione animale o pedoni o empori commerciali improvvisati a bordo della strada.

Leggi l’articolo sul numero 2/2019 di Igiene & Sicurezza del Lavoro.

La valutazione strategica dei rischi

In ogni organizzazione si possono distinguere i momenti in cui si prendono le decisioni, si potrebbe dire, utilizzando il gergo dei sistemi di gestione, si definisce e si attua la “politica”, da quelli in cui sono svolte le attività per le quali l’organizzazione è stata creata: il lavoro, le “operations”. Ebbene, per la BS OHSAS 18001 la valutazione dei rischi è una attività che deve essere svolta dallo specialista della salute e sicurezza sul lavoro: presuppone la conoscenza delle norme di legge, i requisiti legali, ma anche di come concretamente le attività lavorative vengono svolte, così come le caratteristiche di pericolosità di attrezzature e materiali. In sostanza la valutazione dei rischi, che molto banalmente in questo caso significa definire il livello di protezione che voglio assicurare ai lavoratori o, più crudamente, che tipo di incidenti o di malattie professionali decido siano accettabili per la mia organizzazione, viene eseguita da un tecnico e non dal datore di lavoro (che è colui che definisce la politica dell’organizzazione) o dal dirigente, che è la figura che fornisce gli stimoli all’organizzazione perché essa venga applicata.

Il fatto di avere questo momento di riflessione sulla politica dell’organizzazione spostato ad un livello “tecnico” e non manageriale, che è comune all’impostazione legislativa delle Direttive europee prima e di quella normativa poi, nella pratica si è dimostrato una disfunzionalità nel sistema di gestione della salute e sicurezza. Sì, è vero che la legge ne fa un obbligo a carico del datore di lavoro, ed è un obbligo sanzionato penalmente, ma è come dire a qualcuno che non guida l’automobile di dare istruzioni all’autista. In conseguenza di questo, la valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza col tempo è diventato un processo amministrativo, si potrebbe dire quasi notarile, con poco o punto contatto con la realtà; per tornare alla metafora di prima, la risposta solita è: sì, gli ho detto di andare piano. La valutazione dei rischi viene spesso effettuata a posteriori, su scelte manageriali già prese, quindi con scarsa capacità di influenzare le scelte concrete.

Leggi l’articolo sul numero 12/2018 di Igiene & Sicurezza del Lavoro

L’ebook sul coordinamento della sicurezza

L’ebook “Sicurezza nei cantieri: coordinamento in fase di progettazione e in fase di esecuzione” raccoglie una serie di articoli che, partendo dal confronto tra il testo della Direttiva Europea 92/57CE sui cantieri temporanei e mobili, con i vari testi di recepimento nell’ordinamento italiano che si sono succeduti negli anni, analizzano la reale prescrizione normativa, suggerendo le strategie più opportune per adempiere al dettato normativo, produrre piani di sicurezza e coordinamento coerenti con la norma e con gli obiettivi che si pone.

L’ebook approfondisce i temi dell’organizzazione del piano di sicurezza e coordinamento, in particolare in relazione ai contenuti richiesti dalla norma, del contenuto delle sue prescrizioni, in relazione agli aspetti tecnici e di responsabilità nei confronti del dettato normativo. Viene poi affrontato il tema della determinazione degli oneri della sicurezza, con l’individuazione di cosa debba essere riconosciuto e come, con un excursus dove viene approfondito il meccanismo dei formazione dei prezzi. Largo spazio è dedicato all’approfondimento dell’attività di coordinamento in fase di esecuzione, con l’analisi delle prescrizioni di legge e indicazioni sulle migliori strategie per ottemperare, ottenendo contemporaneamente una efficace azione di coordinamento. In ultimo, vengono analizzati alcuni comportamenti che negli anni sono venuti a fossilizzarsi nella pratica professionale, che però non sono giustificati dal dettato normativo e sono quindi potenzialmente pericolosi.

Puoi acquistare l’ebook “Sicurezza nei cantieri: coordinamento in fase di progettazione e in fase di esecuzione”a questo link.

Sollevamenti

Le operazioni di sollevamento in cantiere sono quelle attività per mezzo delle quali un carico, che può consistere in materiale sciolto contenuto in un recipiente, sacchi, pallets, parti di strutture come travi o telai così come attrezzature, viene sollevato da un livello ad un altro per mezzo di attrezzature progettate e realizzate specificamente per questo scopo e dei relativi accessori, concepiti per fungere da elemento di adattamento tra le caratteristiche del carico e le specifiche del mezzo di sollevamento.

Queste attività sono da sempre una condizione pericolosa. Le grandi dimensioni delle attrezzature coinvolte e l’entità dei carichi movimentati, in caso di incidente possono provocare conseguenze drammatiche. Senza pretesa di esaustività, durante una operazione di sollevamento:

  1. il carico può cadere, del tutto o solo in parte;
  2. il mezzo di sollevamento, gli accessori (catene, funi e brache) e il carico stesso può entrare in contatto con linee elettriche aeree che si sviluppano in prossimità dell’area di lavoro, scaricando il potenziale elettrico verso terra attraverso il mezzo di sollevamento stesso. Oppure, nel caso di linee ad alta tensione, può essere sufficiente avvicinarsi alla linea in tensione per provocare un arco elettrico.
  3. Un sollevamento mal gestito può condurre ad urtare, con il carico o con il mezzo di sollevamento, edifici o strutture vicine all’area di lavoro, con i pericoli conseguenti alla perdita di controllo del carico o alla caduta di materiale dall’alto.
  4. Il mezzo di sollevamento può inclinarsi, fino a ribaltarsi, a causa del cedimento del terreno su cui lavora.
  5. Infine, il mezzo di sollevamento può ribaltarsi, a causa di operazioni durante le quali vengono superati i limiti di equilibrio del sistema, normalmente in fase di traslazione o abbassamento del carico.

Leggi l’articolo sul numero 10/2018 di Igiene & Sicurezza del Lavoro.