La dimensione ridotta delle aziende italiane, con una media di quattro persone impiegate per impresa, limita la capacità di investire in innovazione e competitività. L’introduzione del RENTRI, un registro elettronico per la tracciabilità dei rifiuti, mira a migliorare la gestione e la trasparenza del settore, offrendo opportunità di modernizzazione.
Il RENTRI rafforza gli adempimenti esistenti attraverso la digitalizzazione dei processi, richiedendo una struttura organizzativa dedicata e un chiarimento dei ruoli aziendali. Questo strumento rappresenta un’opportunità per l’Italia di affrontare il ritardo nel settore digitale, promuovendo l’innovazione e migliorando la competitività economica. Inoltre, può contribuire a una gestione più efficiente dei rifiuti, riducendo i costi operativi, migliorando la conformità alle normative e promuovendo la sostenibilità ambientale.
Il libro “Lieferkettengesetz: Guida Pratica per le Imprese Italiane nella Cornice della Legge Tedesca sulle Catene di Approvvigionamento (Quaderni del Networkaias)” rappresenta il risultato del lavoro del GTS Sostenibilità di AIAS – Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza , al quale hanno contribuito Maria Amalia Martines, Francesca Rocculi, Roberto Sammarchi e Guido Chiogna. Il volume è stato curato da Riccardo Belloni e io ho coordinato i lavori. È disponibile per l’acquisto su Amazon.
La Lieferkettensorgfaltspflichtengesetz (LkSG) è una legge tedesca che richiede alle grandi aziende tedesche di considerare attentamente gli impatti ambientali e sulle persone derivanti dalle loro operazioni lungo l’intera catena di approvvigionamento, sia in Germania che nei paesi da cui ottengono le materie prime.
Le imprese soggette devono:
Definire una politica aziendale che dimostri il loro impegno a prevenire danni.
Valutare i rischi presenti nella catena di approvvigionamento per individuare eventuali problematiche.
Adottare misure correttive in caso di situazioni critiche, come cambiare fornitore o assistere il fornitore nel migliorare la situazione.
Informare il pubblico sulle azioni intraprese per ottemperare alla legge.
Questa normativa riveste particolare importanza poiché rappresenta il primo caso in Europa in cui uno Stato impone alle aziende di monitorare i diritti umani e l’ambiente lungo l’intera catena di approvvigionamento.
Recentemente, ISO ha introdotto modifiche ai suoi standard di gestione per affrontare direttamente l’impatto del cambiamento climatico sulle aziende. Questi emendamenti includono la valutazione dell’impatto del cambiamento climatico nelle operazioni aziendali e l’attenzione alle esigenze delle parti interessate in merito al cambiamento climatico. L’obiettivo di queste modifiche è promuovere una gestione più sostenibile e resiliente delle organizzazioni.
La certificazione dei sistemi di gestione sta diventando sempre più diffusa, riflettendo un crescente impegno delle organizzazioni nel migliorare le proprie pratiche aziendali. L’integrazione di queste clausole nei sistemi di gestione offre alle organizzazioni l’opportunità di sviluppare strategie più adattabili e sostenibili per affrontare le sfide del cambiamento climatico.
La pandemia ha catalizzato cambiamenti aziendali, mettendo in evidenza fragilità nelle catene di approvvigionamento e accelerando la transizione al lavoro remoto e alla digitalizzazione. La sostenibilità, comprendendo aspetti ambientali, sociali ed economici, è diventata fondamentale per garantire stabilità e longevità alle aziende. La resilienza delle catene di approvvigionamento è ora prioritaria per la continuità operativa, con strategie come la diversificazione e la localizzazione delle forniture che diventano essenziali.
L’adozione di pratiche sostenibili non solo protegge l’ambiente, ma offre anche vantaggi economici e operativi tangibili. Le aziende che abbracciano la sostenibilità diventano più competitive, attraggono talenti e costruiscono relazioni solide, promuovendo un vantaggio a lungo termine. Integrare la sostenibilità nella gestione aziendale non solo aiuta a gestire i rischi in modo proattivo, ma favorisce anche la trasparenza e la fiducia delle parti interessate, contribuendo a un futuro sostenibile e prospero.
L’integrazione della digitalizzazione nel settore della gestione dei rifiuti e della promozione della sostenibilità rappresenta una sfida e un’opportunità per le imprese. La digitalizzazione, con il supporto del Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRI) e delle normative ESG, offre strumenti per ottimizzare i processi, aumentare l’efficienza e ridurre l’impatto ambientale della gestione dei rifiuti.
L’esposizione esplora il concetto di sostenibilità, analizza il quadro normativo del RENTRI e le sue implicazioni per le aziende, nonché le opportunità offerte dalla digitalizzazione per migliorare le prestazioni ambientali. Esamina gli strumenti digitali disponibili per la gestione dei rifiuti e il monitoraggio delle prestazioni ambientali, valutando i benefici e i rischi della digitalizzazione nell’ambito della sostenibilità. Infine, esplora le future tendenze e sviluppi nell’integrazione della digitalizzazione e della sostenibilità nelle pratiche aziendali, offrendo raccomandazioni per le aziende che vogliono abbracciare la digitalizzazione come strumento per migliorare le loro prestazioni ambientali e promuovere la sostenibilità.
La pandemia ha prodotto una significativa riduzione delle ore lavorate e degli occupati in Italia tra il 2019 e il 2020, con un recupero nel 2022, ma la situazione attuale richiede una valutazione costante. Le politiche aziendali devono integrare la sostenibilità economica, sociale e ambientale, promuovendo un ambiente lavorativo equo, sicuro e salutare. Questo impegno comprende pratiche come il lavoro flessibile e la copertura assicurativa completa per i dipendenti, con un’attenzione particolare alla salute mentale.
Una cultura aziendale sostenibile favorisce la resilienza aziendale, la reputazione positiva e il successo economico a lungo termine. È fondamentale riconoscere il ruolo essenziale della salute mentale dei dipendenti, specialmente in periodi di crisi come le pandemie. Un approccio integrato alla sostenibilità contribuisce non solo al benessere dei dipendenti, ma anche alla solidità dell’azienda e alla sua relazione con la comunità.
Puoi leggere l’articolo Sostenibilità aziendale post-pandemia su Teknoring.
L’era digitale ha radicalmente trasformato il lavoro, introducendo sia benefici che rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, con l’intelligenza artificiale e la sostenibilità che emergono come elementi chiave nella gestione dei luoghi di lavoro. Affrontare i rischi digitali richiede trasparenza, coinvolgimento dei lavoratori e formazione continua per garantire una cultura della sicurezza digitale inclusiva e equa.
L’avvento dell’era digitale ha trasformato radicalmente il panorama lavorativo, con impatti rilevanti sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, dove l’intelligenza artificiale e i robot collaborativi migliorano sia l’efficienza produttiva che la sicurezza dei lavoratori. Il rating ESG (Ambientale, Sociale e di Governance) assume un ruolo centrale nel mondo aziendale, spingendo le imprese verso la digitalizzazione e la sostenibilità per rispondere alle aspettative degli investitori e dei consumatori, migliorando così la sicurezza interna e l’impegno verso la responsabilità sociale.
Tuttavia, la dipendenza crescente da algoritmi e automazione porta a nuovi rischi per la sicurezza, con la necessità di un monitoraggio umano attivo e politiche di lavoro flessibili per gestire lo stress e l’isolamento derivanti dalla digitalizzazione. La gestione efficace dei rischi digitali richiede trasparenza, coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni riguardanti la tecnologia, adozione di tecnologie con controllo umano e formazione continua per migliorare l’alfabetizzazione digitale e la sicurezza sul posto di lavoro, promuovendo così una cultura della sicurezza digitale inclusiva e equa.
Lo speciale La sicurezza nei luoghi di lavoro nell’era digitale: in quale direzione andiamo? è offerto da Simpledo, a questo link.
La formazione, gestita da enti accreditati, si concentrerà su strumenti per migliorare l’efficienza e la sicurezza lavorativa, salute e prevenzione, e l’uso di realtà virtuale e aumentata. I corsi affronteranno temi come comunicazione nei cantieri multietnici, impatti della mancata prevenzione e uso di alcol e droghe, contribuendo così agli obiettivi del PNRR.
La collaborazione tra associazioni datoriali e grandi imprese è cruciale per affrontare il deficit culturale nell’operatività e nella formazione, promuovendo la sicurezza sul lavoro e sostenendo gli obiettivi economici del Paese attraverso il PNRR. La riduzione degli infortuni sul lavoro è un elemento strategico per il benessere sociale ed economico, in sintonia con le priorità e gli investimenti delineati nel PNRR.
Puoi leggere l’articolo INAIL e Regioni: cultura della sicurezza sul lavoro per il successo del PNRR sul numero 11/2023 di Igiene & Sicurezza del Lavoro.
L’Italia ha ratificato diverse convenzioni ILO, garantendo un quadro normativo ancorato a principi universalmente riconosciuti, come la libertà di associazione, il diritto alla contrattazione collettiva e l’abolizione del lavoro forzato. Le organizzazioni internazionali come l’ONU e l’ISO influenzano la normazione tecnica, collaborando per raggiungere obiettivi globali di interesse comune.
La salute e la sicurezza sul lavoro sono integrate nei principi ESG (Environmental, Social, and Governance) legati agli investimenti economici, evidenziando l’impegno delle organizzazioni verso una gestione sostenibile. L’approccio integrato, che include norme internazionali, legislazione nazionale e incentivi economici, è cruciale per garantire il benessere dei lavoratori e la sostenibilità aziendale nel contesto di un ambiente lavorativo sicuro e prospero.
Il prossimo 15 settembre parteciperò al convegno Sicurezza sul lavoro, oltre gli obblighi di legge, organizzato per i 25 anni di Lisa Servizi. Il convegno si terrà all’Hotel Ai Pini, di Venezia Mestre, ammissione su invito, ma sarà anche trasmesso in diretta streaming su Facebook, Linkedin e YouTube, puoi cliccare per iscriverti.
La mia comunicazione si concentrerà sull’andamento degli infortuni sul lavoro in Italia prima e dopo l’implementazione delle direttive europee: l’Italia mostra numeri preoccupanti in termini di infortuni mortali e non mortali, posizionandosi tra i primi paesi in Europa per entrambi i tipi di incidenti. Questa situazione ha notevoli implicazioni economiche, con i costi degli infortuni che incidono significativamente sul PIL italiano, limitando la competitività del paese. Inoltre, la qualità del sistema sanitario e della protezione sociale in Italia è un punto critico, in quanto i lavoratori infortunati sono costretti a sostenere una parte significativa dei costi delle cure mediche, sollevando interrogativi sulla qualità delle cure e sulla necessità di migliorare l’efficienza del sistema.
Si rifletterà sulla cultura aziendale, la formazione dei lavoratori e la responsabilità individuale nel contesto degli infortuni sul lavoro. Infine, si sottolineerà la necessità di un cambiamento significativo nell’approccio italiano alla sicurezza sul lavoro, dalla mera adesione formale all’effettiva attuazione delle norme. Sotto questo aspetto, il modello britannico di tutela della salute e sicurezza sul lavoro sarà citato come esempio di successo nella trasformazione di un sistema in passato con prestazioni comparabili a quello italiano a un livello di eccellenza globale. Fattori chiave includono l’adozione di obiettivi chiari, la semplificazione normativa, la correlazione tra definizione e repressione delle norme, e un investimento nelle competenze professionali.