Risposte per bambini alle argute domande no vax | L’HuffPost

La storia che evolve in farsa. Il COVID si sta trasformando: da pandemia virale a epidemia di stupidità. Come non essere d’accordo con le parole di Mattia Feltri? Se ti scappa la pipì vai in bagno. Non fartela adosso!

Da qualche giorno gira un’arguta domanda, su alcuni giornali e, con dovizia di compiacimento, via social fra i no vax o vaccinofobi o vaccinoscettici: offro varietà di catalogo per ridurre il rischio di offendere sensibilità spiccate con terminologia inadeguata. La domanda arguta è la seguente: se il vaccino protegge i vaccinati, che problema costituiscono i non vaccinati? Confesso di essere un pochino a disagio. Non so da dove cominciare. Va bene, comincio da qui: data la profondità della questione, premetto che l’aggettivo «arguta» è un po’ sguaiatamente usato con intenti ironici. Si sa mai.

Risposte per bambini alle argute domande no vax | L’HuffPost

Vaccinare tutti, vaccinarci subito | HSE Manager Wolters Kluwer

Secondo il sito Our World in Data, un progetto promosso dall’Oxford Martin Programme on Global Development dell’Università di Oxford, nel giorno in cui queste note vengono scritte saranno inoculate oltre 41 milioni di dosi. In questo momento, il 22,6% della popolazione mondiale ha ricevuto almeno una dose del vaccino contro il COVID-19, per un totale di quasi tre miliardi. Queste però, sono state destinate solo allo 0,9% della popolazione dei paesi a basso reddito. I due casi estremi sono Gibilterra, che ha vaccinato oltre il 116% della sua popolazione (!!!) e il Chad, che è arrivato appena allo 0,05%. La vaccinazione delle popolazioni dei paesi a basso reddito non è una fisima terzomondista, ma una necessità. Solo completando il ciclo vaccinale per la maggior parte della popolazione mondiale, si potrà arrestare la pandemia, bloccando definitivamente lo sviluppo delle varianti del virus. Il 18 maggio l’Inghilterra, lodata per la sua strategia vaccinale, non ha denunciato nuovi casi di COVID-19. Il 25 giugno erano risaliti a 15.296, in gran parte dovuti alla variante Delta.

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#VacciniamoCi

Faccio veramente fatica a comprendere chi rifiuta o rimanda la vaccinazione, senza avere reali motivi medici. Voglio dire, se l’aspettativa di vita alla nascita in Italia è di 82 anni, lo dobbiamo solo ai miglioramenti dello stile di vita, inclusa la medicina. Lo sapevate che, all’epoca dell’impero romano, le persone potevano aspettarsi una vita di 25 anni? E che abbiamo dovuto aspettare i primi del Novecento per arrivare a 55? 55! Ora un cinquantacinquenne pensa ancora di essere nella parte buona dei trenta anni. Lo dico per esperienza!

La scoperta di un vaccino in un anno e la vaccinazione di massa sono un vanto dell’umanità come lo sbarco sulla luna. Pensate cosa potrebbero pensare degli ipotetici extraterrestri che ci stanno osservando: nel 2020 la ONG ACLED, Armed Conflict Location & Event Data Project, ha registrato 2.124 battaglie, 927 sommosse, 1.480 esplosioni e 1.647 violenze contro civili. Mentre una parte dell’umanità si scannava, quella più preparata ha sviluppato un vaccino contro una pandemia che ha ucciso milioni di persone e ha messo a terra l’economia!

Insomma, la mia impressione è che non sia ben chiara la posta in gioco. Non hanno capito bene cosa ci è capitato.

Gestione HSE e tool digitali: come coordinare la sicurezza in mobilità?

La possibilità di fare videoconferenze è solo l’aspetto più visibile di questa rivoluzione. Anche questi strumenti erano disponibili da anni, e venivano utilizzati timidamente, quando proprio non c’era alternativa. L’uso considerevole che se ne è fatto in questi mesi ha accelerato la loro evoluzione, e ora sono disponibili soluzioni molto sofisticate, a prezzi accessibili, che rendono possibile l’esecuzione di vere e proprie attività in gruppo, probabilmente meglio di quanto si potrebbe fare dal vivo, con la possibilità di lavorare assieme sui medesimi documenti, e miglioramenti dell’esperienza che riescono a surrogare anche una sorta di esperienza prossemica, quella data dalla presenza fisica delle persone nel medesimo ambiente. Le videoconferenze hanno consentito di relazionarsi con i colleghi, rimpiazzando le riunioni, ma hanno avuto grandi ricadute nel mondo della formazione.

La decisione di frequentare fisicamente un corso o un seminario, ha una serie di ricadute organizzative rilevanti nella gestione del tempo del professionista: dalla prenotazione alla pianificazione dell’itinerario, alla gestione dei tempi del viaggio, tanto da contribuire a definire la “taglia” del corso, che in passato difficilmente scendeva sotto la mezza giornata per giustificare l’impegno correlato. Con la formazione online, il tempo che era necessario dedicare alla “preparazione” della frequenza del corso, si è improvvisamente azzerato, e si stanno definendo dei formati in cui le sessioni hanno durate ridotte, ma sono proposte con frequenze più serrate.

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L’instant-ebook sulla ISO/PAS 45005:2020 General guidelines for safe working during the COVID-19 pandemic

Nel dicembre del 2020 l’International Organization for Standardization, ISO, ha pubblicato il documento ISO/PAS 45005:2020, linee guida per il lavoro in sicurezza durante la pandemia di COVID-19. Si tratta di una norma volontaria, il cui rispetto non è possibile certificare, che nasce con l’obiettivo di supportare le organizzazioni di qualsiasi tipo e dimensione nel prendere contromisure efficaci contro la pandemia, dimostrare che sono stati presi in considerazione i rischi legati al contagio in maniera sistematica e istituire un sistema che sia in grado di adattarsi tempestivamente ed in maniera efficace agli eventuali cambiamenti di scenario.

La linea guida è stata sviluppata in sei mesi da esperti provenienti da 26 paesi, ed è stata approvata dal comitato ISO/TC 283, nel quale lavorano rappresentanti di 80 nazioni. Naturalmente ha come riferimento lo standard ISO 45001:2018 Sistemi di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro – questo sì, certificabile – ed è stato sviluppato adottando l’approccio dei sistemi di gestione, basandosi sul ciclo PDCA. Non si tratta quindi di istruzioni operative, quanto piuttosto dell’indicazione di come strutturare la propria organizzazione in modo da gestire in maniera sistematica le minacce e le opportunità derivanti dalla condizione di pandemia, con un approccio che punti al miglioramento continuo dei processi e dei risultati ottenuti.

La sfida della ISO/PAS 45005:2020

La vera sfida, qui, è quella dell’integrazione di una mentalità predittiva ed analitica nei processi critici dell’organizzazione. Questo può essere un lascito positivo della pandemia, da adottare per preparare i tempi migliori che verranno. Richiede, però, un cambiamento di passo nella consapevolezza di quanto i processi dell’organizzazione siano intrecciati tra di loro, e delle ricadute che eventuali anomalie possano provocare, cambiamento che non sarà facile da raggiungere.

Qui puoi scaricare il mio instant-ebook sullo standard ISO/PAS 45005:2020 Occupational health and safety management, previa registrazione.

Figliuolo dà la sveglia sulla scuola: “Presto un piano sul testing per ripartire in sicurezza a settembre” | L’HuffPost

Finalmente! Qualcuno che si preoccupa di programmare in anticipo.

“Fare presto per far ripartire la scuola, di ogni ordine e grado, in sicurezza e in presenza dal prossimo anno scolastico” per “evitare che si ripeta quel che è successo da settembre a oggi”, con la scuola riaperta e richiusa a ogni sbalzo della curva epidemica. Questo, in sintesi, il messaggio – in parte esplicito in parte contenuto tra le righe – affidato alla lettera che la struttura commissariale per l’emergenza ha inviato qualche giorno fa a Ministero della Salute e Ministero dell’Istruzione, Protezione Civile, Comitato tecnico scientifico, Istituto Superiore di Sanità e Inail.

Figliuolo dà la sveglia sulla scuola: “Presto un piano sul testing per ripartire in sicurezza a settembre” | L’HuffPost

HSE Manager Wolters Kluwer: Una rivoluzione culturale | LinkedIn

È una rivoluzione culturale che già stata registrata dalle norme del settore: il luogo di lavoro non è più solamente un incrocio tra organigrammi e attrezzature per la produzione, ma dove fondare e fare prosperare una comunità umana.

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HSE Manager Wolters Kluwer Italia: Cambiare prospettiva | LinkedIn

Uno degli effetti della pandemia è che ci ha costretto a cambiare il modo in cui guardiamo le cose, e la nuova prospettiva ha mostrato un sacco di questioni irrisolte.

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The Swiss Cheese Model of Pandemic Defense – The New York Times

Vi segnalo questa nuova variazione sul modello del formaggio svizzero di James T. Reason, pubblicata il dicembre scorso sul New York Times.

The cheese metaphor now pairs fairly well with the coronavirus pandemic. Ian M. Mackay, a virologist at the University of Queensland, in Brisbane, Australia, saw a smaller version on Twitter, but thought that it could do with more slices, more information. He created, with collaborators, the “Swiss Cheese Respiratory Pandemic Defense” and engaged his Twitter community, asking for feedback and putting the visualization through many iterations. “Community engagement is very high!” he said. Now circulating widely, the infographic has been translated into more than two dozen languages.

The Swiss Cheese Model of Pandemic Defense – The New York Times

What is herd immunity

Herd immunity is defined as the ability of a group to resist the attack of an infection, because a large parte of the population is immune to its agent, which therefore has less chance of coming into contact with subjects who are not immune…