di Flavio Battiston e Luisa Perotti
Vi segnalo questo interessante articolo, il seguito di Yes man, Salute e cultura della sicurezza, dove gli autori affrontano il tema della cultura aziendale, in relazione alla gestione della salute e della sicurezza. Mi sento particolarmente affine alla considerazione dalla quale partono:
Le aziende e più in generale le organizzazioni sono delle comunità con tutte le implicazioni sociologiche, psicologiche ed etiche che accompagnano tale termine. È il luogo in cui si manifestano i bisogni, ma anche il luogo in cui si attiva la rete che ne consente la risoluzione. Ciò che determina lo sviluppo della comunità è la condivisione intesa come possibilità offerta a ciascuno di dare il proprio contributo e di sopperire alle mancanze del singolo che sono anch’esse condivise.
La cultura della tutela della salute e della sicurezza si è evoluta da un approccio fatalistico – quando era scontato che nella vita lavorativa di particolari gruppi di lavoratori occorresse un incidente, per cui gli sforzi erano volti a mitigare gli esiti di questi incidenti, con la nascita delle casse di mutuo soccorso – fino a sviluppare l’approccio contemporaneo, che prende in considerazione le modalità in cui è organizzato il lavoro e i ruoli e le responsabilità che vi sono connessi, inglobando ed estendendo la fase meccanicista, in cui l’incidente era la conseguenza di una anomalia tecnica.
Guardare alle organizzazioni ha reso necessario approfondire il modo in cui queste strutture vengono “popolate”, ovvero le comunità che si creano negli ambienti di lavoro. Questa è l’ultima frontiera da esplorare, e la lettura non superficiale degli standard dei sistemi di gestione ci sta portando in questa direzione.