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Gli oneri della sicurezza

Gli oneri della sicurezza nei cantieri temporanei e mobili sono un’invenzione italiana: nulla di simile compare nella direttiva originale, la 92/57/CEE. La motivazione di questa innovazione è chiaramente il fatto che il legislatore italiano ha cambiato radicalmente la qualità dei contenuti del piano di sicurezza per i cantieri, non si sa se apposta o perché non è riuscito a comprendere la novità della direttiva europea. Questa era focalizzata sulla concezione “virtuosa” del progetto, secondo le misure generali di tutela, e sulla individuazione di procedure per la sua esecuzione. La norma italiana, fin dalla versione originale della sua prima emissione, il D.Lgs. 494/1996, ha trascurato di fatto il progetto e trasformato le procedure, che potremmo anche definire software, in prestazioni soprattutto di forniture di beni (hardware). La definizione di questo hardware è stata messa in carico al committente: diventando oggetto di negoziazione con il contratto di appalto e chiaramente, deve essere riconosciuta economicamente. L’imposizione di una stima analitica e l’obbligo di non assoggettare al ribasso quanto individuato nel PSC è un tocco di ipocrisia a tutta la faccenda, fonte più di problemi che motore di un comportamento virtuoso, come si è visto in questi anni.

Leggi l’articolo sul numero 3/2018 di Igiene & Sicurezza del Lavoro.

Scrivere un PSC

Nel ragionare su come impostare per la prima volta un documento previsto da una norma, nel nostro caso il D.Lgs. 81/2008 agli articoli 100 e allegato XV, occorre fare alcune riflessioni preliminari che, al solito, possono essere banali, ma che spesso diventano fonte di problemi, quando trascurate.

La legge è scritta sin dai tempi di Hammurabi (Mesopotamia, circa XIX secolo a.C.) per fare in modo che ciascuno possa avere un chiaro quadro delle proprie responsabilità. La sua applicazione deve essere letterale, secondo quanto fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse (Preleggi, art. 12). In più, nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge (Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 23). Ciò per dire che l’ambito di azione previsto per coordinatore in fase di progettazione, che redige il suo PSC, è quello definito letteralmente dall’articolo 100 e dall’allegato XV e nulla più.

Una delle destinazioni del PSC è la verifica della sua conformità alla norma, probabilmente alla ricerca di qualche errore od omissione, possibilmente con atteggiamento inquisitorio. È importante che questa conformità sia palese e di immediata verificabilità. Il D.Lgs. 81/2008, Allegato XV, è organizzato come un indice: il modo migliore per ottenere il risultato voluto è strutturare il nostro documento letteralmente secondo questo indice.

Leggi l’articolo sul numero 2/2018 di Igiene & Sicurezza del Lavoro.

Sicurezza all’estero

Le imprese di costruzioni italiane si stanno sempre più orientando verso il mercato delle infrastrutture all’estero: per alcuni questo mercato è servito a dare continuità e sviluppo ad un settore che continua a risentire in Italia di una profonda crisi ormai decennale.

Sotto la denominazione Estero, però, si possono trovare scenari profondamente differenti tra di loro; situazioni che richiedono un approccio ragionato, organizzazione e pianificazione.

Ad esempio, i paesi del G8 sono praticamente tutti dotati della loro specifica normativa di settore, che viene tenuta in alta considerazione e fatta rispettare anche con misure draconiane. Le imprese italiane che intendono approcciare questi paesi devono essere in possesso di una organizzazione e di competenze tecnologiche molto ben sviluppate e, comunque, in concreto non possono fare a meno di adottare pratiche, management e finanche maestranze locali. Non è un caso che i principali player italiani del settore, ad esempio, abbiano acquisito imprese nordamericane o costituito importanti branch locali in queste aree.

Allargando la prospettiva al resto del mondo ci si può imbattere in scenari molto differenti tra di loro: alcuni paesi hanno sviluppato condizioni paragonabili al nord America o al nord Europa. Sono stati che hanno sviluppato una forte sensibilità ambientale e di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, con una conseguente regolamentazione strutturata e fatta rispettare.

Leggi l’articolo sul numero 2/2018 di Ambiente e Sicurezza

Il coordinatore per la progettazione

Il Titolo IV del Decreto Legislativo 81/2008 si occupa dei cantieri temporanei e mobili, individuando ruoli e procedure peculiari rispetto a quanto definito nel Titolo I del Decreto, il cui contenuto si applica indiscriminatamente a tutte le attività lavorative, in realtà con una serie di precisazioni elencate all’articolo 3.

Differentemente da quanto previsto nelle altre realtà produttive, in un cantiere temporaneo mobile vengono individuate nuove figure, ciascuna con le proprie peculiarità. Oltre ai ruoli consueti: datore di lavoro-dirigente-preposto-lavoratore, troviamo un Committente dell’opera, che è colui che fornisce l’impulso per il lavoro, un Responsabile dei lavori, che è la figura che può essere incaricata dal committente per supportarlo nello svolgimento di alcune operazioni, delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi che contribuiscono ad eseguire l’opera. Oltre a questi ruoli, la norma introduce anche la necessità di individuare un coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione ed uno in fase di esecuzione, con ruoli e responsabilità complesse. Per ultimo, nel Decreto Legislativo 81/2008, sono definiti due documenti: il Piano di Sicurezza e Coordinamento e il Piano Operativo di Sicurezza, che sono gli strumenti con cui la Committenza, intesa come quel complesso di ruoli che prende l’iniziativa dell’intervento edile, e i costruttori, ciascuno di essi separatamente, pianificano le attività del cantiere.

Leggi l’articolo sul numero 1/2018 di Igiene & Sicurezza del Lavoro.